Nella sua partita a scacchi con l'Occidente Putin ha sferrato un colpo a sorpresa: l'Europa dovrà pagare il gas con i rubli. Ricatto, sgarbo, possiamo chiamarlo in diversi modi. L'unica certezza è che la mossa mira prima di tutto a rafforzare il rublo. E al di là delle continue rassicurazioni evidenza che il presidente russo intende usare il gas e petrolio come strumenti di guerra. Qualcuno osserverà che lo fa solo per difendersi, dopo le durissime sanzioni subite, e che in fondo il gas è suo, quindi può chiedere come farsi pagare. Vero, fino a un certo punto. Esistono i contratti (e bisogna vedere quale valuta prevedono per il pagamento) e non dimentichiamo che le sanzioni, sempre più dure, sono solo una risposta dopo l'invasione russa.
Il gas, è sin troppo chiaro, è uno strumento fortissimo di pressione che la Russia sa di avere per tenere in scacco l'Europa. Ma prima che si arrivi (non si sa mai) allo stacco delle forniture, che certamente avrebbe conseguenze pesanti per il Vecchio Continente (ma anche per la Russia), che cosa comporta la decisione di Putin di farsi pagare con la valuta del proprio Paese? Una cosa semplicissima: i Paesi che acquistano gas russo per pagare le forniture dovranno farsi cambiare gli euro in rubli. Ovviamente, per poterlo fare, dovranno rivolgersi alle banche russe e, su su, a salire, alla Banca centrale. Questo produrra due effetti: in primo luogo sostenere il rublo e, al contempo, dare un sostegno anche alla banca centrale, che incassa una commissione per ogni trasferimento in rubli. Il "trucchetto" contabile è stato studiato bene dai consiglieri economici di Putin.
Ma la mossa, se andrà oltre all'annuncio dal sapore propagandistico, potrebbe rivelarsi molto pericolosa per la Russia. I vantaggi per il rublo sarebbero indubbi, ma bloccare l'ingresso di moneta pregiata (euro o dollari) si potrebbe rivelare un boomerang. In poco tempo, infatti, MOsca rischierebbe di impoverirsi in modo drammatico, mettendo a rischio tutto il Paese. E c'è un altro rischio: cosa accadrà se gli europei decideranno di non accettare il nuovo metodo di pagamento? A logica il Vecchio Continente resterebbe al freddo, è vero, ma cosa resterebbe da fare alla Russia? Chiudere i rubinetti. Ma a quel punto cosa se ne farebbe del gas (380 milioni di metri cubi al giorno)? E come riuscirebbe ad andare avanti, l'economia russa, senza i ricchi proventi derivanti da quella vendita? Lo venderebbe alla Cina? Non può ancora farlo, l'unico gasdotto diretto verso Pechino attinge da altri pozzi.
E anche volendo la portata del gasdotto è inferiore (165 milioni di metri cubi al giorno). Non si può escludere, tuttavia, che per alzare il livello dello scontro vengano interrotte le forniture di gas verso l'Europa. Anche se Gazprom per il momento non commenta la mossa di Putin.
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