Antonio Signorini
Bollette pesantissime. Tra le peggiori d'Europa, con danni facilmente immaginabili per le famiglie (quindi anche per le imprese). Colpa del carico fiscale che è particolarmente alto sull'energia. Ma ci sono settori dove invece le tariffe sono più basse che nel resto del continente.
Ad esempio i trasporti, visto che le tariffe di bus e treni sono tra i più competitivi dell'Ue. E anche l'acqua. Gli artigiani di Mestre (Cgia) hanno acceso il faro su un tema caldissimo, alla vigilia di una legge di Bilancio che dovrà scegliere se premiare i consumi o la competitività.
Un confronto realizzato su una serie di tariffe pubbliche applicate in tutta la Ue. Per quanto riguarda l'energia il confronto è stato fatto sui consumi domestici delle famiglie e il costo colloca l'Italia al terzo posto tra i Paesi dell'area Euro. Il costo dell'energia elettrica sfiora i 243 euro ogni 1.000 chilowatt/ora consumati (i dati sono riferiti al secondo semestre 2015). Più cari di noi solo l'Irlanda e la Germania. Paghiamo il 10 per cento in più della media europea.
Sul gas il confronto riguarda una classe media di consumi domestici e il risultato è lo stesso. Terzi nella classifica dei Paesi più cari, subito dopo Spagna e Portogallo, con 90,5 euro ogni chilowatt/ora consumato. Rispetto alla media dei paesi dell'euro presi in esame in questa comparazione subiamo una maggiorazione di costo del 18,6 per cento.
L'Itala deve importare la materia prima e questo spiega le tariffe alte. Ma pesa ancora di più il fisco. Spiega il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo: «Nelle tariffe elettriche, ad esempio, l'incidenza della tassazione sul prezzo totale nelle fasce di consumo medio da noi è al 39 per cento contro una media europea del 32%. In quelle del gas, invece, la componente fiscale presente in Italia è del 36 per cento, mentre in Ue si attesta al 23 per cento».
Oltre alla tassazione pesano altre anomalie. Questa estate è emersa quella dei costi del dispacciamento. L'Autorità per l'Energia ha registrato in luglio un aumento delle tariffe per il mercato tutelato dovuto ai costi per il mantenimento in equilibrio del sistema elettrico da parte di Terna, che deve assicurare la fornitura di fronte a quelle che sono state definite «strategie anomale» degli operatori. Sugli aumenti di questi costi il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, ha acceso un faro, e non sono escluse sanzioni.
Lo scenario delle tariffe cambia completamente per quanto riguarda i mezzi pubblici. Spostarsi per almeno 10 chilometri o dieci fermate con bus, metropolitane e tram, in Italia è meno caro che in tutto il resto d'Europa. La media misurata a Milano e Roma è di 1,5 euro contro 3,8 euro di Stoccolma, 3,6 di Londra, 2,8 di Dublino. Anche i treni sono economici: 200 chilometri a partire dalle stazioni di Milano e di Roma costa mediamente 25,1 euro.
Solo la media di Barcellona e Madrid è leggermente inferiore alla nostra (24,5 euro), mentre a Londra il costo è di 66,7 euro, la media di Berlino, Francoforte e Monaco è di 52,4 euro, a Parigi è di 39,5 euro e a Stoccolma di 37,7 euro.Oltre ai trasporti, anche le tariffe dell'acqua potabile sono le più basse: A Roma 1,62 euro al metro cubo, tra le capitali europee solo ad Atene il costo è inferiore: 1,51 euro.
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