La "bomba" sui conti pubblici: "Rischio manovrina dello 0,3% del Pil"

L'Ufficio parlamentare di bilancio rivede le stime al ribasso e lancia l'allarme: "Vi servirà una manovra aggiuntiva"

L'audizione del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan sul Def
L'audizione del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan sul Def

Le informazioni congiunturali relative ai primi mesi del 2018 hanno portato l'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) a stimare "un'evoluzione più moderata della ripresa dell'attività economica nel primo semestre di quest'anno rispetto a quanto si assumeva nello scenario di marzo" (qui il documento). Non solo. Durante l'audizione sul Def davanti alle commissioni speciali di Camera e Senato riunite a Montecitorio, il presidente Giuseppe Pisauro ha anche paventato il rischio di una manovrina pari allo 0,3% del nostro prodotto interno lordo.

"A fronte di un aggiustamento richiesto" dall'Unione europea "di 0,3 punti percentuali, le stime del Def 2018 mostrano un miglioramento del saldo strutturale pari a solo 0,1 punti di pil". Nonostante la flessibilità concessa, gli analisti dell'Upb evidenziano il rischio di deviazione di -0,2 punti di pil che dovrebbe, appunto, "comportare la necessità di una manovra aggiuntiva di 0,2 punti di pil a valere sul 2018". Non solo. "In assenza di una manovra aggiuntiva, anche nel 2018 in media biennale - ha spiegato Pisauro - vi sarebbe il rischio di una deviazione pari a circa -0,3 punti di pil, al limite della significatività". Nel report presentato oggi in parlamento è stato fatto notare che, secondo le stime più recenti della Commissione europea, non vi sarebbe nessun aggiustamento strutturale nel 2018. Da qui il rischio di una deviazione pari a -0,3 punti percentuali, "maggiore di quanto precedentemente stimato".

Per quanto riguarda il 2018, Pisauro ha ricordato la decisione della Commissione europea di applicare il proprio "margine di discrezionalità" per l'Italia. "Questo - fa sapere il numero uno di Upb - implica il dimezzamento dell'aggiustamento richiesto dalla cosiddetta matrice da 0,6 a 0,3 punti percentuali".

Tuttavia, come sottolineato dalla Commissione in più occasioni, "non sarebbero stati concessi ulteriori margini di flessibilità, ovvero non vi sarebbe stata la possibilità di poter deviare dal percorso di aggiustamento".

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