In Borsa 24 miliardi di cedole. Enel e Snam aprono le danze

Gli analisti prevedono per le blue chip un rendimento medio del 3,8%. Ora occhi puntati su Intesa e Unicredit

In Borsa 24 miliardi di cedole. Enel e Snam aprono le danze

Enel e Snam hanno aperto ieri le danze dei dividendi con lo stacco degli acconti sul dividendo 2019. La società guidata da Francesco Starace ha staccato una cedola di 0,16 euro per azione (in aumento del 14,3% rispetto all'esercizio precedente e pari a un rendimento del 3%) su una cedola complessiva prevista a 0,32 euro per azione (il saldo è atteso il 20 luglio). Il gruppo guidato da Marco Alverà invece ha staccato un acconto di 0,095 euro per azione (in aumento dagli 0,0905 euro dell'esercizio precedente) su un dividendo complessivo stimato a 0,2376 euro (il saldo è atteso il 15 giugno). E, in uno scenario di tassi negativi (secondo un report di Allianz Global Investors, il 60% dei titoli governativi dell'euro zona ha un tasso negativo), in Piazza Affari è inevitabilmente scattata la febbre da cedole in attesa che i dati preliminari sul 2019 confermino o meno le attese degli analisti.

La vera pioggia di dividendi è attesa in primavera - il D-Day per il Ftse Mib è il 18 maggio - dopo che, formalmente, le assemblee societarie avranno approvato la proposta avanzata dai cda in materia sulla base dei consuntivi 2019. Le attese degli analisti parlano di un rendimento medio del Ftse Mib, l'indice di riferimento del listino milanese, del 3,8%, ben al di sopra di un Btp. Le prime stime di Intermonte parlano di una pioggia di dividendi per 24 miliardi di euro (rispetto ai 23 circa di un anno fa e ai 21,5 del 2018). Il trend milanese si inserisce in uno scenario europeo in deciso miglioramento. In Europa infatti, secondo uno studio di Allianz Global Investors, i titoli europei distribuiranno nei prossimi mesi dividendi per 359 miliardi sull'esercizio appena chiuso, 12 miliardi in più rispetto al record toccato un anno fa e con un rendimento complessivo del mercato intorno al 3,7 per cento. Per gli investitori puntare sulle cedole può essere una strategia interessante posto che, come sottolinea lo studio di Allianz, dal 1974 ad oggi i dividendi hanno contribuito per il 38% al rendimento totale delle azioni europee.

«I dividendi possono stabilizzare il portafoglio di un investitore come fonte regolare di reddito, indicatori di un modello di business solido e attività in grado di diversificare il portafoglio» commenta di Jörg Naumer, global head of global capital markets di Allianz GI.

D'altro canto, in Piazza Affari sono numerosi i titoli che offrono rendimenti interessanti, ben oltre il dato medio. La regina del Ftse Mib, secondo le stime di consenso, è ancora una volta Intesa Sanpaolo con un dividendo atteso di 0,19 euro pari a un rendimento dell'8,2%, molto più elevato rispetto all'eterna rivale Unicredit per cui gli esperti stimano una cedola di 0,64 euro pari a un rendimento del 4,8%, ma anche di Ubi Banca (attesa cedola di 0,14 euro pari a un rendimento del 4,9%) o di Banco Bpm (l'attesa è per un dividendo di 0,08 euro con un rendimento del 4%). Tra i finanziari spiccano anche Azimut (prevista cedola di 1,3 euro per azione pari a un rendimento del 5,8%), Generali (si stima una cedola di 0,95 euro con un rendimento del 5,2%) e Mediobanca (con un dividendo atteso a 0,47 euro pari a un rendimento del 4,7%).

Al di là poi degli «evergreen» che in tema dividendi sono le partecipate pubbliche - quindi gruppi petroliferi, reti e utility che offrono rendimenti medi del 5% in

genere suddivisi tra acconti e saldi -, Merrill Lynch Bank of America è pronta a scommettere sull'incremento del valore di Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli, dovuto al maggiore incasso di dividendi dalle controllate.

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