Il 26 febbraio prossimo si conosceranno i dati finanziari 2024 di Stellantis, l'ultimo esercizio che fa capo alla gestione Carlos Tavares. E per quella data il presidente John Elkann avrà sciolto la riserva sul nome del nuovo ad? Sarebbe, infatti, l'occasione ideale. Il limite posto dallo stesso Elkann per comunicare il successore di Tavares è giugno, ma all'interno di Stellantis si sta facendo di tutto per accelerare i tempi. Lo sollecitano, tra l'altro, anche analisti e banche d'affari. «La questione ancora aperta della successione di Tavares - così una nota di Barclays - continuerà probabilmente ad aggiungere incertezza e volatilità anche nel breve termine», nonostante gli investitori abbiano visto positivamente l'uscita del manager portoghese, come «la buona reputazione di Elkann, presidente di Stellantis, e la sua capacità di individuare candidati validi». Il riferimento è a Ferrari ora nella mani di Benedetto Vigna.
Il toto-nomi sul nuovo ad, intanto, vedrebbe sempre l'«americano» di Napoli, Antonio Filosa, in pole position. Il responsabile delle attività Usa di Stellantis, tra l'altro, si è visto nei giorni scorsi con il suo presidente in missione Oltreoceano per incontrare Donald Trump, riallacciare i rapporti con il sindacato Uaw e i concessionari, ma anche cambiare rotta sul futuro produttivo dell'impianto di Belvidere, nell'Illinois: niente chiusura, come previsto dal precedente piano Tavares, ma 1.500 nuovi posti. Quindi, investimenti (si parla di 5 miliardi di dollari) anche a Detroit, in Indiana e Ohio. «Tutte azioni - le parole di Filosa nella lettera inviata ai dipendenti - che fanno parte del nostro impegno a investire nelle attività americane per far crescere la nostra produzione automobilistica e la manifattura qui».
La permanenza negli Usa di Elkann, a questo punto, potrebbe essere servita per testare da vicino, una volta di più, autorevolezza e capacità del manager nell'intrattenere i rapporti. Gli Stati Uniti, del resto, rappresentano il mercato più importante (lo era anche ai tempi di Fca) per Stellantis, e nuovi problemi di business e strategia non devono più presentarsi. Chiaro, in proposito, il messaggio di Filosa ai lavoratori: «Il presidente Elkann ha incontrato il capo della Casa Bianca, Trump, per condividere il nostro entusiasmo per il suo forte impegno nei confronti dell'industria automobilistica Usa e per tutto ciò che questo significa a beneficio dell'occupazione nel Paese. Basandoci sulla nostra orgogliosa storia di oltre 100 anni negli Usa, intendiamo portare avanti tale eredità rafforzando ulteriormente la nostra impronta manifatturiera e fornendo stabilità alla nostra grande forza lavoro americana». Pace fatta, inoltre, con il sindacato Uaw, lo stesso che aveva definito, azzencando in pieno, «Tavares il vero problema del gruppo». E toccherà a Filosa mantenere la ritrovata linea collaborativa a tutela di fabbriche e operai.
Il feeling tra Elkann e Trump, inoltre, potrebbe essere letto in funzione dell'amicizia che lega il presidente Usa alla premier Giorgia Meloni.
In pratica, la conferma del riavvicinamento di Stellantis al governo italiano dopo gli scontri con Tavares i cui piani hanno portato ai minimi la produzione nella Penisola. A giorni, in proposito, si saprà la data di partecipazione di Elkann all'audizione alla Camera, come promesso a fine 2024 al presidente Lorenzo Fontana.
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