Il consiglio direttivo della Bce, che si è riunito per la prima volta dopo il voto sulla Brexit, ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse. Il tasso chiave rimane dunque a zero, mentre il tasso sui depositi resta allo -0,40% e quello di rifinanziamento marginale allo 0,25%.
Il consiglio direttivo continua ad attendersi che i tassi di riferimento "si mantengano su un livello pari o inferiore a quello attuale per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l'orizzonte degli acquisti netti di attività", spiegano dalla Banca centrale europea, sottolineando che quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, il consiglio conferma l'intenzione di condurre gli acquisti mensili di attività per 80 miliardi di euro sino alla fine di marzo 2017, o anche oltre se necessario, e in ogni caso "finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell'evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione".
"È ancora troppo presto per valutare la necessità di nuove misure, per cui considereremo la situazione a settembre", ha detto Mario Draghi precisando che su eventueli modifiche del programma di acquisto degli asset "non c’è stata nessuna reale discussione sui dettagli di questi cambiamenti". Per il presidente della Bce, inoltre, le banche europee "stanno meglio, se non molto meglio rispetto al 2009" grazie anche alle "serie misure" adottate negli ultimi quattro anni. Ma resta un problema "di redditività" da risolvere.
In particolare sulle banche, Draghi apre all'intervento pubblico, da non escludere "in condizioni
straordinarie". Una soluzione che però va basata su "tre pilastri", ovvero "un meccanismo di supervisione complessivo, un mercato delle sofferenze efficace e l'attuazione di tutte le norme necessarie perchè questo mercato funzioni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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