Quando a Bruxelles si è deciso il ban dei motori endotermici dal 2035, invitando i produttori di auto a lavorare praticamente a senso unico sull'elettrico, non si è messo in conto il buco che una simile soluzione avrebbe arrecato, guardando al nostro Paese, all'Erario. E questo è solo uno dei tanti problemi ignorati o sottovalutati.
Unem (Unione energie per la mobilità) stima, infatti, che «se al 2030 ci saranno 4 milioni di auto elettriche in circolazione, verranno a mancare 3,8 miliardi in accise: un milione di tonnellate di carburanti equivale, in proposito, a un miliardo di accise». A quel punto, ha aggiunto il presidente Gianni Murano, è probabile che «il governo dovrà far quadrare i conti e la scelta sarà politica». Tutti soldi che lo Stato non può permettersi di perdere, finendo per dover tassare le ricariche elettriche. Inevitabile.
La transizione energetica che si sta incamminando verso la regola della neutralità tecnologica, l'utilizzo cioè di tutte le soluzioni di alimentazione decarbonizzante e non unicamente del «tutto elettrico», è stato uno dei temi centrali all'assemblea Unem di ieri. Argomento affrontato dal ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il quale ha definito «un'assurdità la scelta dell'Ue di arrivare a imporre una regola sullo stop dei motori endotermici al 2035; la politica, infatti, non è mai arrivata prima della tecnologia». Da qui la guardia che resta sempre alta affinché «con la nuova Commissione Ue, quando l'avremo, ci sia l'inserimento nella tassonomia dei biocarburanti che possono avere un uso molto più diffuso». «E per traguardare gli obiettivi di penetrazione dei prodotti low carbon - il commento del presidente di Unem, Murano - è perciò importante che a un sistema di obblighi, fino a oggi perseguito, si affianchino sistemi premianti anche sulla parte fiscale del prezzo finale. È un meccanismo usato con successo nel passato e non è l'unico. Occorre trovare insieme alle istituzioni nazionali ed europee una regolamentazione chiara e non penalizzante verso questo tipo di prodotti».
Presente all'assemblea anche Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che si è soffermato sull'«obiettivo di arrivare a una riforma organica per la razionalizzazione della rete affinché sia operativa entro il 2025». Il ddl prevede un riordino anche per incentivare all'elettrico e all'utilizzo sempre maggiore di combustibili sintetici, biocombustibili e idrogeno nel settore dei trasporti. «Saranno previsti incentivi per la dismissione a favore di impianti con colonnine elettriche e le altre forme di carburanti», ha anticipato Urso.
Murano ha quindi messo in forte discussione il modello delle aree di servizio in autostrada: «Non funziona e il prezzo dei carburanti non è competitivo, quindi va ripensato». Denunciata anche l'inefficienza della rete di distribuzione con un numero eccessivo di punti vendita a basso erogato. «Almeno il 15% degli impianti andrebbe chiuso», ha sentenziato il presidente di Unem.
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