Per ricostruire il mosaico della previdenza contributiva relativa ai liberi professionisti bisogna passare in rassegna le undici diverse Casse previdenziali private, ognuna delle quali riguardante una diversa professione e rispondente a regole proprie.
Come spiega nel dettaglio Il Sole 24 Ore, ci sono cinque categorie che sforano il tetto dei 2.500 euro: si tratta di avvocati,commercialisti, medici, giornalisti e notai. Poi troviamo ne troviamo tre - ovvero veterinari, giornalisti freelance e farmacisti - che non arrivano ai mille euro lordi. Lo scenario suggerisce subito una considerazione. Mentre per alcuni professionisti l’uscita dal mondo del lavoro non si preannuncia complicata o particolarmente traumatica, per altri le prospettive previdenziali future sono avvolte nell’incertezza. In ogni caso tutti dovranno fare i conti con un ridimensionamento degli assegni, per certi versi aggravato dal passaggio al contributivo.
Gli importi per i professionisti
Procediamo per gradi e diamo un’occhiata agli assegni mensili lordi per vecchiaia e anzianità dei professionisti. I ragionieri, ad esempio, da 15 anni passati al sistema contributivo, dovranno far fronte a un forte calo di sostituzione e a un’aliquota pari al 15%. Per loro l’assegno di vecchiaia vale 2.170 euro lordi, mentre quello di anzianità 2.400. Passiamo adesso ai commercialisti: anche questi professionisti sono alle prese con il contributivo ma le loro pensioni si mantengono al di sopra dei 3 mila euro (3.232 per vecchiaia e 3.725 per anzianità). Da considerare inoltre che la Cassa riconosce agli iscritti al contributivo puro un versamento extra del 3% per chi sceglie di andare oltre l’aliquota base del 12%.
Gli avvocati (2.955 euro lordi per vecchiaia e 2.767 di anzianità) non sono ancora passati a un regime contributivo puro. Il loro è definito un “sistema retributivo sostenibile”; la pensione si calcola attingendo alla media dei redditi dichiarati nel corso di tutta la vita contributiva. I consulenti del lavoro hanno importi medi che si aggirano intorno ai 1200 euro, la Cassa (Enpacl) è passata al contributivo e portando il contributo soggettivo dal 10% al 12%. L’assegno di architetti e ingegneri ammonta invece a 2.048 euro: nel 2019 la cosiddetta pensione di vecchiaia unificata è assegnata ai professionisti con “almeno sessantasei anni e tre mesi di età e 33 anni di contribuzione”. L’aliquota sul reddito dichiarato è pari al 14,5%; quella sul volume d’affari Iva al 4%.
Per i veterinari (800 per vecchiaia) si adotta il retributivo basato sulla media dei redditi dichiarati. Nel 2019 la contribuzione tocca il 14,5% per i redditi fino a 93.250 euro; è previsto un incremento dello 0,5% annuo fino ad arrivare la soglia del 22%.
Le pensioni dei notai sono calcolate in modo solidaristico, in base all’anzianità di servizio e non ai contributi versati. Dopo dieci anni (e a condizione che non vi siano figli), il notaio percepisce un assegno pari a 4.106,87 euro. L’importo aumenta del 2,70% all’anno fino al termine dell’attività. Discorso simile può essere fatto per i farmacisti (510 euro di vecchiaia, 622 di anzianità), alle prese con un contributo fisso annuo che subisce solo l’adeguamento Istat. I medici (3.288 euro di vecchiaia) si dividono invece tra Inps per quanto riguarda i dipendenti ed Enpam per la libera professione. Per la medicina generale le aliquote si aggirano intorno al 21%. Infine i giornalisti: l’Inpgi gestisce i liberi professionisti (Inpgi 2, 125 euro di vecchiaia) e dipendenti (Inpgi 1 4.267 di vecchiaia e 5.629 di anzianità).
Cosa cambia nel 2020
Questo lo scenario attuale. Ma quali sono le novità del 2020? Intano medici e giornalisti vedranno aumentare le rispettive aliquote contributive, fino a toccare rispettivamente il 26% (medicina generale) e il 12% (freelance). Per i consulenti del lavoro è prevista una rateazione dei debiti da cinque a sette anni, con rate minime che si abbassano da 200 a 100 euro e un accesso alle agevolazioni a partire dai mille euro.
I veterinari aspettano di capire se ci sarà spazio per il riconoscimento delle borse di studio post laurea, l’indennità di morte prematura e per un anticipo pensionistico per gli iscritti che assistono figli invalidi.
Architetti e ingegneri attendono un regime sanzionatorio più favorevole per gli omessi (o ritardati) versamenti di contributi. I commercialisti, infine, sono in attesa del via libera delle delibere che consentono di “riversare sui montanti contributivi i maggiori rendimenti patrimoniali registrati”.
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