Il costo di un conto corrente tradizionale ha seguito l’inflazione, arrivando a crescere del 6,7% negli ultimi sette mesi. I costi dei conti online sono lievitati meno, in media dell’1,75%. Se i primi possono costare anche più di 200 euro l’anno, quelli online gravano in ragione di circa 40 euro.
Il "caro-banca" è stato misurato da Altroconsumo svolgendo un’indagine per conto del Corriere della Sera e prendendo in esame i conti più vantaggiosi gestiti dai più importanti istituti di credito del Paese.
I conti per i pensionati
La sigla Icc sta per “Indicatore dei costi complessivi” ed è una stima dei costi annuali misurati l’8 febbraio del 2022 e poi il 21 settembre dello stesso anno, prendendo come riferimento un’operatività media di 189 operazioni sul conto corrente.
L’Icc del Conto corrente digital di Che Banca! è aumentato da 96,36 euro (febbraio 2022) a 120,36 euro (settembre 2022). I costi delle relazioni Conto Easy/Conto Smart di Crédit Agricole sono aumentati da 110,54 euro a 152,04 euro.
Anche l’Icc del Conto Xme di Intesa San Paolo è lievitato, passando dai 155,50 euro di febbraio ai 183 euro di settembre.
Il costo dei conti My Genius di Unicredit è aumentato di poco più di 3 euro, arrivando a 244,24 euro l’anno (dato di settembre) contro i 240,90 euro di febbraio.
Sono invece rimasti stabili gli Icc dei conti Mps Mio Modulo Plus di Mps (86,60 euro annui), il conto Bancoposta Smart (112,15 euro) il conto Credem Facile (112,56 euro) e il conto Bnl X Smart (Bnl Bnp Paribas) il cui costo è di 140,50 euro annui. Anche il conto Offerta on demand di Bper Banca ha mantenuto l’Icc invariato a 185,08 euro.
Chi ha un Conto You di Banco Bpm ha risparmiato il costo di un caffè, perché l’Icc è passato dai 115,55 euro di febbraio ai 114,30 di settembre.
I costi dei conti tradizionali presi in esame, in media, sono aumentati del 7% da 136 euro a 145 euro.
I conti correnti online e i conti alternativi riservati ai pensionati, considerando anche in questo caso una media di 189 operazioni annue, hanno mantenuto i costi pressoché invariati. Tra quelli presi in esame soltanto il Conto Fineco ha visto aumentare l’Icc da 23,35 euro (febbraio 2022) a 25,60 euro (settembre 2022).
In generale si è passati da un costo medio di 40,57 euro a un costo di 40,80 euro, con un aumento dello 0,55%. L’Icc più basso è quello della relazione SI! Conto di Banca Sistema (20 euro), mentre il più alto è quello dei conti Widiba Plus e Start di Widiba, che arriva a 67 euro annui.
I conti per le famiglie
Vale sempre il confronto dell’Indicatore dei costi complessivi annui (Icc) misurato l’8 febbraio del 2022 e poi il 21 settembre del 2022, sulla base di una media di 228 operazioni in un anno.
Anche per le famiglie si applica uno schema simile a quello dei pensionati: l’Icc del Conto corrente Digital di CheBanca! è aumentato da 96,36 euro (febbraio) a 120,36 euro (settembre). Le relazioni Conto Easy/Conto Smart di Crédit Agricole hanno un costo di 153,19 euro (settembre) contro i 122,19 euro misurati a febbraio. L’Icc del conto Xme di Intesa San Paolo è passato da 159,70 euro a 187,20 e quello del conto MyGenius Unicredit è aumento di poco (da 252,90 a 256,42 euro).
Pressoché stabili tutti gli altri prodotti presi in esame. Il tariffario suggerisce che l’istituto di credito meno esoso in termine di spese è Mps (con il conto Mps Mio, modulo plus) con 92,60 euro mentre, in cima alla piramide delle banche più esigenti figura MyGenius di Unicredit, il cui costo medio annuo è di 256,42 euro.
In media l’Icc è cresciuto del 6%, passando dai 145 euro di febbraio ai 153,50 di settembre. Si tratta di valori medi calcolati su un numero di operazioni annue medie e quindi sono stime le quali, più che la reale entità degli aumenti, considera gli istituti di credito che aumentano le spese a carico dei clienti nei confronti di quelli che mantengono stabili i costi delle relazioni bancarie.
Per quanto riguarda i conti correnti online e quelli alternativi, si va dal Conto Bbva che non ha spese al Conto Smart di Banca Illimity, il cui costo – rimasto stabile tra febbraio e settembre – è di 85,86 euro.
Tra le banche prese in esame soltanto il Conto Fineco ha visto variare l’Icc, passato da 24,61 euro (febbraio) a 26,86 euro (settembre).
In media i rincari sono stati contenuti, passando da 34,25 a 34,50 euro (0,7%).
I conti per i giovani
Anche in questo caso gli Icc sono stati misurati l’8 febbraio del 2022 e poi il 21 settembre del 2022, con riferimento ai conti correnti movimentati in media 164 volte in un anno e, anche in questo caso ritornano – tra le relazioni i cui costi hanno subito il maggiore rincaro – il Conto corrente digital Filiale di CheBanca!, con un Icc passato dai 48 euro di febbraio ai 72 euro di settembre e il conto My Genius di Unicredit, con un aumento decisamente più trascurabile da 179,65 a 181,60 euro. Benché assente nelle valutazioni relative ai conti per i pensionati e per le famiglie, Deutsche Bank ha fatto lievitare i costi del Conto DB Smart under 27 e del conto Smart/Plus dagli 86,90 euro di febbraio ai 118 euro di settembre.
In generale i conti esaminati hanno subito un aumento medio del 7%, con costi passati da 69 euro a 74 euro.
Per quanto riguarda i conti correnti online, tra quelli presi in esame, soltanto il Conto Fineco ha subito un ritocco verso l’alto dei costi, passati da 13,24 a 15,49 euro. In media si è assistito a un aumento del 4% che porta il costo medio da 23 a 24 euro. La forchetta va dagli zero euro di costi applicati da Banca Bbva ai 58,50 euro del Conto Smart della banca Illimity. Anche Banca Mediolanum, con le relazioni Selfy Conto, applica una politica di costi contenuti di 5 euro annui.
I costi delle carte e gli interessi
Mentre i costi delle relazioni bancarie tendono a salire, quelli delle carte Bancomat sono scesi del 29%, in media a 5 euro l’anno. Nei conti online le carte Bancomat tendono a non avere un costo.
Nonostante le politiche monetarie della Banca centrale europea che ha aumentato i tassi dell’1,25%, poco si muove sul fronte della remunerazione dei conti correnti.
Secondo i dati raccolti dal Corriere della Sera, l’unico istituto di credito che remunera i correntisti è Banca Sistema (0,25%). L’Associazione bancaria italiana (Abi) spiega che il conto corrente non è una forma di investimento ma è sempre più una piattaforma di beni e servizi e questo, da sé, spiega perché le banche tendono a non remunerarlo.
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