La capofila delle fondazioni bancarie lancia la volata all'operazione Poste Italiane: «Il cda di Cariplo ha già deliberato la disponibilità ad investire fino a 50 milioni nella nuova privatizzazione di una tranche». A dirlo è il presidente Giovanni Azzone (nella foto), a margine della Giornata mondiale del risparmio. Nel ruolo di numero uno dell'Acri, la casa comune delle fondazioni bancarie, tra l'altro ha contezza di come si stanno muovendo anche le altre realtà: «sono diverse le Fondazioni interessate in quanto Poste è considerata un investimento reddituale interessante in un'infrastruttura sociale del Paese».
Azzone dice di non avere avuto ancora contatti con il Mef, ma sta di fatto che la discesa in campo di Cariplo (10 miliardi di patrimonio) è di fatto l'inizio di un'operazione di sistema come del resto è avvenuto nell'operazione aumento di capitale di Mps. Anche se Azzone ha precisato che al «momento non c'è un accordo tra Fondazioni». Difficile però che il capo di Cariplo, incline al dialogo e con capacità di fare da collettore, non riuscirà a portare a bordo altre Fondazioni in quello che è un investimento che, pronti-via, garantisce un rendimento di oltre il 7% solamente con il dividendo 2024. Insomma, l'ideale per la fondazione bancaria tipo.
Se le fondazioni sono della partita, è normale che il collocamento dovrà attendere che le varie realtà possano approvare ai loro vertici il contributo da destinare, pertanto si sta sempre più delineando la possibilità che l'operazione sarà lanciata entro la primavera del 2025. Il governo, infatti, punta a ricavare dalla cessione 2,5 miliardi attraverso la cessione di una quota della società guidata da Matteo Del Fante, pur preservando il controllo della maggioranza. L'idea della premier è quella di cedere la quota in mani italiane, con una larga partecipazione di piccoli investitori e di fondazioni e investitori istituzionali.
Ma chi potrebbe partecipare oltre a Cariplo, che è già uscita allo scoperto? Nei giorni scorsi era emersa la disponibilità di Cariverona e sarebbero interessate a investire in Poste anche Fondazione Cassa
Cuneo, CariFirenze e Lucca. Non sarebbe da escludere a priori, nonostante la situazione interna burrascosa, anche una partecipazione di Fondazione Crt, che è la terza realtà per dimensione e certo potrebbe dare un contributo.
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