"Il caro bolletta è tutta colpa del gas. Le energie rinnovabili non c'entrano"

L'ad di Renexia, Riccardo Toto: "Oneri green esauriti tra pochi anni"

Riccardo Toto
Riccardo Toto
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Il caro-bolletta è tornato d'attualità e con esso le polemiche su quanto pesi la quota rinnovabile. Riccardo Toto, dg di Renexia, alza il velo sul tema e spiega al Giornale quali sono i pesi delle fonti energetiche in bolletta. E quale l'impatto delle nuove tecnologie nel mix energetico.

È vero che l'Italia sconta in bolletta lo sviluppo green?

«Puntare oggi sulle rinnovabili non significa avere maggiori costi in bolletta domani, anzi è vero il contrario».

Perché?

«Il costo dell'energia è definito dal prezzo unico nazionale (Pun) che nel 2024 ha avuto un valore medio di 108 euro/MWh (150 euro/MWh nei primi mesi del 2025). Per definire il costo in bolletta, al Pun occorre aggiungere gli oneri di sistema, i costi di trasmissione, distribuzione, dispacciamento nonché le imposte, che ne raddoppiano il valore. Oneri che sul fronte green riguardano gli incentivi rinnovabili del passato, quantificabili in circa 22 euro/MWh, ma che andranno ad esaurirsi nel giro di pochi anni».

Cosa pesa sulla bolletta?

«Il costo del gas, sul quale non abbiamo controllo a livello nazionale, perché è determinato alla Borsa di Amsterdam. È inoltre influenzato dalle variazioni stagionali della domanda e dalle condizioni geopolitiche. Si consideri che, a fronte del Pun medio nel 2024 di 108 euro/MWh, il costo di aggiudicazione medio delle energie da fonte rinnovabile nello stesso periodo è stato di 80 euro/MWh mentre il costo di produzione delle centrali a gas a ciclo combinato di 110 euro/MWh».

In Spagna si stima che il costo delle bollette sarà dimezzato dalle rinnovabili?

«La Spagna ha avviato da tempo una programmazione seria e coprirà con la produzione da fonti rinnovabili il 50% del fabbisogno nazionale».

Solo con le rinnovabili?

«Il 20% dell'energia arriva poi dal nucleare».

L'eolico offshore galleggiante, che impatto ha?

«Necessita di un maggiore sostegno iniziale in termini di tariffa: l'installazione al 2040 di 15GW, pari al fabbisogno di circa 17 milioni di famiglie, si traduce in un costo in bolletta per ogni utente di 8 euro l'anno. Una spesa contenuta a fronte dei benefici».

Me li declina?

«Circa 15 GW di eolico offshore galleggiante passano da un investimento di 60 miliardi, generando una innovativa filiera industriale nazionale, occupazione e sviluppo».

Cosa sta facendo Renexia?

«Stiamo puntando a creare in Italia una filiera nazionale specializzata nell'industria eolica. Abbiamo firmato un protocollo col Mimit e il partner Ming Yang, tra i più grandi produttori al mondo di turbine, per costituire una fabbrica, divisa in due poli industriali, per produrre in Italia le turbine e tutta la componentistica. Un investimento da 500 milioni che genererà 2.300 posti di lavoro».

A che punto è il vostro progetto al largo della Sicilia?

«Med Wind è il più importante progetto in ambito eolico offshore galleggiante del Mediterraneo. A regime produrrà energia per oltre 9 TWh, il 3% dell'attuale fabbisogno nazionale. È stato presentato lo Studio di Impatto Ambientale, l'iter autorizzativo dovrebbe concludersi nell'anno».

Renexia ha allo studio altri progetti nel Mediterraneo

«Certamente,

sia in ambito eolico che agrivoltaico. Non tralasciamo neanche progetti legati al Piano Mattei in Nord Africa e riteniamo che in prospettiva si possa arrivare ad installare in quei paesi oltre 40 GW di solo eolico onshore».

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