Daimler vuota il sacco, ammettendo l'esistenza del cartello con gli altri big dell'auto tedeschi in tema di emissioni, ottiene la «grazia» e lascia che siano Volkswagen e Bmw a saldare il conto. I due gruppi concorrenti dovranno così pagare una multa, rispettivamente, di 502,362 e 372,827 milioni. L'ammontare complessivo risulta di 875,179 milioni di euro. Con la sua azione, Daimler ha evitato una tegola intorno a 727 milioni. Le sanzioni per il cartello sulle emissioni - costituito da Daimler, Bmw e Volkswagen Group - erano state calcolate sulla base del valore delle vendite delle parti di vetture Diesel dotate di sistemi Scr (componente che abbatte le emissioni di ossidi d'azoto grazie al contributo dell'additivo AdBlue) nello spazio Ue nel 2013 (ultimo anno completo dell'infrazione), della gravità dell'infrazione stessa e della posizione geografica. Tutte le parti hanno comunque riconosciuto il loro coinvolgimento e contribuito a chiudere il caso. Da qui l'applicazione di una riduzione del 10% delle ammende.
Secondo la Commissione Ue i tre gruppi hanno tenuto riunioni tecniche regolari per discutere lo sviluppo della tecnologia di riduzione catalitica selettiva (Scr). E durante questi incontri, per oltre 5 anni, hanno collaborato per evitare una concorrenza su migliori effetti green di quanto richiesto dalla legge, nonostante la relativa tecnologia fosse disponibile.
Daimler, Bmw e Volkswagen
Group, in pratica, hanno raggiunto un accordo sulle dimensioni e le gamme dei serbatoi di AdBlue e un'intesa comune sul consumo medio stimato di AdBlue, scambiando informazioni commercialmente sensibili su questi elementi.
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