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Cashback davvero al capolinea. Quando scatta l'ora x della fine

Con l'andamento a rilento delle transazioni e con lo stanziamento del nuovo Recovery plan dei 5 milioni originariamente previsti per il servizio di cashback dello Stato, ne ne restano solo 2 e mezzo per il bonus sui pagamenti. Misura a rischio stop nel 2022.

Cashback davvero al capolinea. Quando scatta l'ora x della fine

Sempre più ombre intorno al cashback di stato: dopo lo scetticismo iniziale della Bce, il sovrastimato utilizzo del servizio e la comparsa dei primi furbetti del super-premio finale, la misura originariamente voluta dall'ex Premier Giuseppe Conte sembra avere i mesi contati. Come riportato da Il Messaggero, la nuova versione del Recovery plan prevede un dimezzamento dei fondi originariamente previsti per il servizio: dai 5 su 209 miliardi in arrivo da Bruxelles, sembra che - adesso - al servizio di cashback non ne vengano garantiti più della metà. Il ministero dell'economia che avrebbe valutato come, in relazione al numero di iscritti al servizio (circa 7 milioni di utenti) e all'entità dei rimborsi previsti (un massimo di 150 euro a semestre), nel 2021 non verranno utilizzati più di 2 miliardi di euro, cifra a cui vanno sommati i 300 milioni garantiti ai "fedelissimi", ossia il supercashback di 1.500 euro per i maggiori utilizzatori di carte e app di pagamento.

Il grosso del risparmio, però, arriverebbe dalla chiusura anticipata del servizio: con i soli cinquestelle a supporto dell'iniziativa e con il pensionamento anticipato quantificabile in un risparmio di circa un miliardo di euro, l'ipotesi sempre più concreta è che il termine originario di giugno 2022 possa essere anticipato a 31 dicembre 2021, giorno conclusivo del secondo semestre previsto per ottenere i rimborsi.

Meno di 8 milioni di iscritti

A pochi giorni dalla chiusura dei pagamenti della sessione natalizia del cashback, è possibile fare un bilancio sulla reale validità del servizio: la mappa dei rimborsi gestita da Consap, ha registrato in tutto 3,2 milioni i partecipanti all'extra cashback di Natale che a dicembre hanno raggiunto la soglia minima delle 10 transazioni e di questi il 3,1 per cento ha totalizzato 150 euro di cashback. Da qui le previsioni del ministero dell'ecomia, secondo cui il numero dei partecipanti non salirà oltre la soglia dei 10 milioni di utenti quest' anno, con il rimborso medio per semestre che non dovrebbe superare invece i 100 euro.

Che fine farà il supercashback?

Parlando di supercashback, il premio da 1500 euro per i primi 100 mila che effettueranno più pagamenti digitali nell'arco di un semestre, sembra che siano già diversi i furbetti decisi ad aggirare il sistema attraverso la realizzazione di diversi micropagamenti destinati a permttergli di scalare la classifica degli utilizzatori, un problema già ampiamente riscontrato dalle categorie dei benzinai. Per questa ragione, non è da escludere che la corsa al premio finale venga fatta ripartire da zero, imponendo un limite giornaliero ai micro-pagamenti pari o inferiori a un euro che è possibile effettuare nello stesso negozio. Se venisse validata questa ipotesi di ripartenza, il supercashback verrà - quindi - rinviato a dicembre e i 100 mila fedelissimi potranno riscuotere tremila euro complessivi (le due tranche di 1.500 a semestre) alla fine dell'anno. Intanto a Palazzo Chigi, si pensa già a come poter realizzare altre iniziative volte a diffondere l'utilizzo della moneta elettronica partendo dal tesoretto garantito da un eventuale taglio al cashback. Infine va sottolineato che da più parti nella maggioranza si sentono le voci critiche sul bonus pagamenti. In questo senso le parole del capogruppo di Forza Italia a Senato, Annamaria Bernini sono chiare: "In questa situazione drammatica il # Cashback è uno spreco di Stato. I 5 mld stanziati dal governo Conte sono un bonus dagli obiettivi labili ma soprattutto demagogici. Dirottiamo quei fondi su destinazioni più urgenti, come il reddito di emergenza o la riforma fiscale". Sullo stesso fronte il presidente della Commissione Finanze, Luigi Marattin di Italia Viva: "Al momento le risorse stanziate per la riforma fiscale ammontano a poco più di 2 mld all’anno. Nel lavoro delle Commissioni stiamo esaminando varie opzioni per rimpinguare questa cifra, ma c’è un’altra cosa su cui la maggioranza a mio avviso dovrebbe riflettere.

Se, magari a seguito di una seria valutazione di impatto, la misura del cash back si interrompesse a giugno, per il 2022 avremmo una dote aggiuntiva una-tantum di 3 mld da utilizzare nell’ambito della riforma fiscale: o per favorire il passaggio ad un nuovo sistema di tassazione per gli autonomi, o per innestare una prima sperimentazione di imposta negativa per i lavoratori a reddito bassissimo. Pensiamoci".

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