Cassintegrati Alitalia: "20 mila euro al mese a spese degli italiani"

Lo denuncia un dossier Inps: il fondo pesa sulla fiscalità generale per il 96%. 152 dipendenti prendono da dieci a ventimila euro

Cassintegrati Alitalia: "20 mila euro al mese a spese degli italiani"

La cassa integrazione dei dipendenti Alitalia pesa sulle nostre tasche. Ed è una cassaintegrazione di lusso. Lo denuncia un dossier Inps. Il fondo pesa sulla fiscalità generale per il 96%. E ancora sette anni dopo il salvataggio manteniamo quasi diecimila cassintegrati e tra questi 152 prendono da dieci a ventimila euro. Più due che sfiorano i trentamila.
Da anni infatti questa cassa è alimentata da una specie di pubblico pedaggio pagato da ogni passeggero che tocca un aeroporto nazionale. Per un importo di tre euro sul biglietto.

Così l'Inps ora punta il dito contro la compagnia di bandiera. Questa tassa è caricata "indipendente dal costo del biglietto. Chi viaggia low cost paga tanto quanto chi viaggia in business". Per il resto, il Fondo è "alimentato da un contributo sulle retribuzioni a carico dei datori di lavoro (0,375%) e dei lavoratori (0,125%) del settore" ma questo versamento è calcolato solo su una parte della retribuzione: "Ad esempio, un pilota che percepisce un salario mensile di 10.000 euro, di cui circa 4000 euro di indennità di volo, versa al Fondo un contributo di 7,5 euro mensili". Fatti i conti, i costi per contenere il più possibile i disagi dei dipendenti delle compagnie aeree finiti in mobilità e soprattutto dei piloti e del personale di volo è diventato insostenibile.
Per un totale, dal 2007 al 2014, di quasi un miliardo e 400 milioni di euro.

Il che ha significato il pagamento nel 2012, l’anno di picco, di 4366 assegni mensili superiori ai 2000 euro, 896

superiori ai 5mila, 399 superiori ai 10mila e 35 che sfondavano addirittura i 20 mila euro lordi. Oggi, certo, sono calati. Ma esistono ancora "casi limite in cui la prestazione si avvicina ai 30 mila euro lordi al mese".

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