Il governo ha sbloccato la leva fiscale per i Comuni. Gli amministratori locali da gennaio saranno liberi di aumentare le imposte. Come ha ricordato ilGiornale, l'incremento più consistente riguarderà l'Imu e la Tasi. Insomma le case dono nuovamente nel mirino dell'esecutivo. Mentre il mercato immobiliare fa i conti con un calo dei prezzi (-3,7 per cento), gli immobili vengono ulterirmente tassati. A riuschiare una vera e propria stangata sono i proprietari delle seconde case. Ma dove si abbatterà la "tempesta fiscale"? Come spiega ilSole 24 Ore, a finire nella morsa dei rincari potrebbero essere tutti i contribuenti che hanno una casa in Comuni medio-piccoli del Nord.
Proprio in queste zone molti enti locali hanno dovuto mettere un freno alle imposte dopo il blocco del 2016. Adesso potrebbero nuovamente alzare l'asticella delle aliquote e dunque dare il via ad una stangata sul mattone. Al Sud invece la musica cambia. Con le risorse ridotte di fatto nei comuni delle Regioni meridionali le aliquote sono già al massimo. Stesso discorso per i grandi centri dove i contribuenti già pagano prfumatamente le imposte sugli immobili. A Milano mancano all'appello 38 milioni di euro ma difficilmente il Comune metterà ancora le mani nel portafoglio dei milanesi perché le tariffe sono già elevate. Bisogna fare attenzione invece ai comuni a guida Cinque Stelle. A Torino sono stati destinati circa 35 milioni di euro. Ma la Appendino ne chiedeva 74. Le imposte sono già alle stelle ma non sono esclusi eventuali ritocchi.
A Roma stanno per arrivare circa 60 milioni in due anni per le buche. I conti però fanno acqua da tutte le parti come testimonia la bocciatura da parte dei revisori. Alzare le imposte non sanerà certo le voragini del bilancio. Ma il rischio di un ritocco potrebbe essere dietro l'angolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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