La Cina "riavvia" l'Auto, Borse in volo

Corre pure la Germania, bene l'export. Piazza Affari (+2,8%) torna sopra i 20mila

La Cina "riavvia" l'Auto, Borse in volo

Nella sua naturale inclinazione all'iperbole, forse Donald Trump, esagera quando dice che ci sono «le basi per una ripresa V», ma qualche segnale al profumo d'ottimismo sta arrivando. Al punto da scatenare ieri nelle Borse la corsa all'acquisto, complici i prezzi ancora da saldo estivo di molti titoli brutalizzati dal Covid-19. Agosto, storicamente, non è quasi mai benevolo per i mercati. C'è sempre qualche inciampo inatteso, un default dietro l'angolo, una crisi finanziaria, una mina che esplode, tipo la guerra dei dazi fra Usa e Cina lo scorso anno. Ma con la pandemia, il peggio dovrebbe essere alle spalle, a patto di non precipitare in autunno nelle spire mortali di un altro lockdown.

Le ultime notizie sembrano confortare le aspettative di una recovery, anche se magari non dirompente come prefigura (o spera, in chiave elettorale) The Donald, perché rimbalzano proprio dall'ex Impero Celeste, dove la catastrofe planetaria è germinata. E lo squillo arriva da uno dei settori più martoriati, quello automobilistico, grazie a un aumento delle vendite che ha sfiorato l'8% in luglio e che ha permesso di immatricolare 1,62 milioni di quattro ruote.

I tradizionali picchi d'inquinamento rischiano così di ammorbare presto i cieli cinesi, ma Pechino respira e il suo umore potrebbe essere meno plumbeo in vista dell'appuntamento di metà mese con i negoziatori commerciali statunitensi. Le premesse non sono tuttavia buone. Trump ha raccontato alla Fox di non sentire «da molto tempo» il suo omologo orientale. «Avevo un grande rapporto con il presidente Xi. Mi piaceva. Ma non è più così ora». Colpa del Covid, definito più volte dal tycoon il «virus cinese».

Un raffreddamento di rapporti che inquieta, in prospettiva, Berlino. Dove ora, però, si tira un bel sospiro di sollievo: più auto in Cina significa più export di Bmw, Audi, Porsche, Mercedes e Volkswagen. E, quindi, saldi della bilancia commerciale più in sintonia col modello teutonico. La Germania appare d'altronde a un punto di svolta: se il recente indice delle Pmi aveva certificato la crescita degli ordini, ieri lo Zew, una specie di termometro sulle aspettative economiche, ha segnalato un balzo in agosto a 71,5 punti, livello che non si vedeva dal 2004.

Insomma, due flash che hanno abbagliato i mercati mandando sottotraccia le tensioni sino-americane e i dati in chiaroscuro del mercato del lavoro inglese: tasso di disoccupazione fermo al 3,9%, ma la perdita di posti di lavoro nel secondo trimestre è la più alta dal 2009. A mettere benzina nel motore dei rialzi, anche la notizia dell'approvazione di un vaccino russo anti-Covid e la possibilità di un accordo bipartisan a Washington sui nuovi aiuti contro la pandemia entro la settimana. Lo Stoxx 600, che sintetizza la performance delle Borse europee, ha così guadagnato l'1,60%, percentuale surclassata da Milano: +2,8%, Ftse Mib sopra la soglia psicologica dei 20mila punti, spinta dai bancari (+3,9%).

A Wall Street (+1,2% a un'ora dalla chiusura) ha provveduto Trump, ventilando un taglio delle tasse sui capital gain.

L'inquilino della Casa Bianca sta intanto pensando alla convocazione di una riunione del G-7 dopo le presidenziali di novembre. Resta da vedere se a rappresentare l'America sarà ancora lui.

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