Lo scontro sul progetto di rete unica in fibra non è finito. L'ad di Tim, Luigi Gubitosi, e Franco Bassanini, presidente di Open Fiber, continuano ad esprimere opinioni divergenti. Ieri lo scontro si è replicato in occasione del convegno organizzato da Fratelli d'Italia sulle tlc, a cui il governo ha inviato - con un indiretto riconoscimento «istituzionale» all'iniziativa promossa dal partito di Giorgia Meloni - i ministri Vittorio Colao (Transizione Digitale) e Roberto Cingolani (Transizione Ecologica).
In realtà sia Gubitosi sia Bassanini sarebbero favorevoli alla rete unica. Peccato che l'ad di Tim ritenga che sia la sua società a dover guidare la partita mentre secondo Bassanini dovrebbe essere Open Fiber e non un operatore verticalmente integrato. Chi dovrebbe fare da paciere, ossia il ministro per la Transizione digitale, Vittorio Colao non ha commentato, annunciando solamente che il governo si impegna «a consegnare un piano Banda ultra larga entro l'estate perché il Paese sappia dove andare». Un piano certamente urgente quasi quanto quello vaccinale.
L'idea di Gubitosi resta quella del coinvestimento di tutti i soggetti interessati in una unica rete. «Si sente parlare di ritorno al monopolio senza comprendere che il modello di coinvestimento (alla base del progetto di rete unica AccessCo, ndr) è l'antitesi del monopolio, che non esiste più dal secolo scorso», ha spiegato. Non la pensa così ovviamente Franco Bassanini, in questo più vicino al pensiero della padrona di casa, Giorgia Meloni. «La rete unica - ha detto Bassanini - potrebbe essere utile al Paese ma non se si tratta di un ritorno al monopolio verticalmente integrato, sia per il rischio di un intervento delle Authority italiane ed europee, sia per quello di tornare alla logica di chi ha interesse a diluire nel tempo la migrazione dal rame alla fibra per tutelare un suo asset aziendale». Il presidente di Open Fiber rivendica i meriti della sua società promettendo la copertura delle aree bianche, quelle per cui Open Fiber ha vinto le gare Infratel, entro il 2023». Ma sui numeri e sull'avanzamento della copertura Gubitosi dissente. «Questo - ha continuato - crea molta confusione sul mercato. Credo sarebbe opportuno fare un esame e capire quali siano quelli giusti. Invito Bassanini a scegliere con noi un'Authority comune per individuare un comune metodo di analisi della copertura fornita dagli operatori». Per Giorgia Meloni «la proprietà della rete è un tema strategico e di sicurezza nazionale», in riferimento al socio francese di Tim, Vivendi.
«L'Italia non può prescindere dalla difesa e dalla valorizzazione delle proprie infrastrutture», ha proseguito Giorgia Meloni. Alessio Butti deputato di Fdl e responsabile tlc del partito ha poi sottolineato che «la digitalizzazione permetterà all'Italia di diventare un Paese competitivo».
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