Il Fisco diventa più amico delle imprese, e questa è la prima buona notizia del 2025. Dal 10 gennaio scorso chi applica le nuove linee guida dell'Agenzia delle Entrate al sistema di gestione del rischio fiscale e ha interpretato male norme e circolari sarà comunque al riparo dalle sanzioni amministrative e penali. In dubio pro reo è un mantra garantista che difficilmente in questi anni si è applicato alla materia fiscale. Più volte in questi anni il Giornale ha denunciato norme fiscali contraddittorie, denunciando la pervicacia dei funzionari delle Entrate a perseguire i contribuenti anche quando hanno torto, proprio perché il rischio di interpretare in modo errato normative o circolari ambigue è altissimo. Il New Deal voluto dal viceministro delle Finanze Maurizio Leo (nella foto) basato sulla compliance, sulla buona fede e sulla collaborazione tra Erario e contribuente si sostanzia nel provvedimento licenziato nei giorni scorsi con le linee guida del Tax Compliance Model.
Chi decide di adottare il Tax Control Framework avrà nell'Erario una sorta di consulente aziendale, spiegando alle imprese non solo i possibili orientamenti giurisprudenziali, ma anche il calcolo del delta tax - le maggiori imposte da pagare se l'Amministrazione interpretasse la norma in maniera diversa - il successivo impatto fiscale e infine la procedura da seguire se l'azienda decide di adottare una soluzione difforme da quella suggerita dalle Entrate, in gergo agree to disagree. È il segnale che le imprese, specie le più grandi, si aspettavano.
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