Un tè nel deserto della valle di Al'-Ula per celebrare l'intesa per quasi 10 miliardi di euro, nella cornice di una partnership strategica che rafforza le relazioni fra Italia e Arabia Saudita. Giorgia Meloni ha rilanciato così il rapporto con il governo dell’Arabia Saudita guidato dal principe Mohammad bin Salman, attore da sempre strategico nell’area mediorientale. "Questa cifra dà un’idea dello straordinario salto che ci siamo impegnati a fare insieme nel nostro futuro lavoro comune. Sono accordi che costituiscono piattaforme su cui costruire insieme ulteriori opportunità", ha detto Mleoni nel suo intervento alla tavola rotonda ad Al’-Ula in occasione della visita a cui hanno partecipato diverse imprese e società partecipate italiane.
Il giorno successivo Meloni replica alle critiche arrivate dall’Italia: «L’opposizione - sottolinea - mi rinfaccia qualsiasi cosa ma non c’è contraddizione fra quello che dicevo ieri e quello che faccio oggi». E ribadisce: «Italia e Arabia Saudita hanno interesse a stringere rapporti strategici» su varie materie, «altro tema è la questione di chi dovesse favorire attività di proselitismo in Europa e su questo io non ho cambiato idea. Ma non mi pare che ci sia nulla di tutto questo nel lavoro che abbiamo fatto in questi giorni».
La presidente del Consiglio in riferimento al ruolo che i sauditi possono giocare nella crisi mediorientale ha precisato: "L'Arabia Saudita è un attore chiave sull' ipotesi alla quale noi lavoriamo, ovvero di una normalizzazione della questione mediorientale con la soluzione dei due Stati, il tema della una normalizzazione di tra Arabia Saudita e Israele è una questione chiave, è una delle questine che che può facilitare questo percorso". Noi siamo favorevoli all'ingresso dei sauditi" nel Gcap, "chiaramente è un lavoro non immediato, perché intanto dobbiamo chiudere tutto il lavoro a tre con i governi di Gran Bretagna e Giappone, e intanto favorire anche un avvicinamento del Regno Saudita, che chiaramente deve avvicinare le sue capacità industriali della difesa a quelle degli altri attori coinvolti".
Il tema del costo del petrolio
Il costo del petrolio "è un tema che chiaramente abbiamo affrontato, seppure marginalmente" nell'incontro con Mohammed bin Salman, ha spiegato Meloni durante un punto stampa ad Al-Ula. "Sicuramente il tema del costo del petrolio, come dice il presidente Trump, può essere uno degli elementi di pressione" nei confronti di Mosca "e penso che in generale, per quello che riguarda il conflitto in Ucraina, tutto quello che può spingere la Russia a sedersi al tavolo sia interessante. Dopodiché, il prezzo del petrolio è una materia molto complessa e quindi non direi che è una proposta già concreta. Penso che siamo a livello delle interlocuzioni, ma che sia interessante affrontare tutte le interlocuzioni che possono portare a facilitare il percorso verso una pace giusta", ha aggiunto la presidente del Consiglio.
La ricostruzione di Gaza
In merito alla proposta del presidente americano Trump di spostare i profughi palestinesi in Giordania ed Egitto, Meloni ha specificato: "Il presidente Trump dice una cosa molto giusta quando dice che la ricostruzione di Gaza è una delle sfide principali che abbiamo di fronte e che per riuscire serve un grande coinvolgimento della comunità internazionale. Dopodiché, per quello che riguarda i rifugiati non siamo di fronte a un piano definito, siamo piuttosto di fronte a delle interlocuzioni con gli attori regionali che sicuramente su questo vanno coinvolti. Ne approfitto per ricordare, quando si parla ad esempio della Giordania, che in Giordania c'è un problema molto importante relativo ai profughi siriani che impattano nel paese in maniera significativa. Parliamo di circa 1.400.000 profughi siriani in una nazione piccola, tema che abbiamo discusso con il Re Abdallah", ha proseguito la presidente del Consiglio.
I dazi e il surplis commerciale
Per quello che riguarda i dazi, "la questione del surplus commerciale non è una questione che nasce con la presidenza Trump, è una questione che le amministrazioni americane hanno posto spesso. Nel 2023 tra Europa e Stati Uniti nel commercio di beni c'era un surplus a favore dell'Europa di oltre 150 miliardi. È un dato importante. e comprendo il punto di vista degli Stati Uniti: è la stessa questione che ad esempio noi poniamo nei confronti della Cina".
ha detto la premier "Dopodiché - ha proseguito Meloni - se si andasse a guardare al dato più complessivo e si coinvolgesse ad esempio il tema del commercio dei servizi, allora lì ci sarebbe un surplus commerciale a favore degli Stati Uniti di circa 100 miliardi, a dimostrazione che si tratta di economie complementari e interconnesse. Quindi, uno scontro non conviene a nessuno".
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