È Conad la regina della grande distribuzione italiana con una quota di mercato pari al 14,3%, ma sul fronte utili a dominare la scena è Esselunga (Supermercati Italiani) che, tra il 2015 e il 2019, ha cumulato profitti per 1,34 miliardi), seguita da Eurospin (1 miliardo) e Conad (879 milioni), dati che si raffrontano con il profondo rosso di Carrefour (pari a 603 milioni). Lo sostiene un report dell'Area Studi di Mediobanca dedicato alla grande distribuzione. Il settore, dopo il boom del 2020 si prepara ad affrontare la nuova normalità: margini in calo (già nel 2019 l'utile operativo era sceso al 2,1% dal 2,5% registrato tra 2015 e 2017), crisi delle grandi superfici, competizione con gli «operatori nativi digitali» (Amazon) e vendite online ancora non redditizie.
Secondo le stime di Mediobanca, nel 2020 la Gdo ha registrato una crescita del 5% di cui l'1% attribuibile all'esplosione dell'e-commerce. Nel 2021 tuttavia, secondo gli esperti, il sistema dovrebbe ripiegare dell'1,6% con l'e-commerce atteso al 3% del mercato, un traguardo raggiunto con due anni di anticipo rispetto alle previsioni iniziali. Secondo le stime dello studio, la Gdo italiana ha registrato nel 2019 ricavi aggregati per 82,2 miliardi di euro (rispetto ai 1.593 miliardi registrati dai primi 27 gruppi internazionali), meno di un quinto delle vendite totalizzate dal solo WalMart (per 462,8 miliardi). Nel 2020 inoltre, la concentrazione della Gdo sul nostro territorio ha spinto sull'acceleratore: la quota di mercato in mano ai primi cinque operatori (Conad condivide il podio con Coop al 12,7% del mercato e Selex al 13%) è infatti salita al 57,5% dal 52,8% del 2019, una percentuale che si raffronta con il 78,1% della Francia, il 75,3% della Gran Bretagna e il 75,2% della Germania. «Alcuni episodi recenti lasciano supporre che il tema del consolidamento sia una qualche misura passata da opzione teorico a declinazione pratica», spiega lo studio citando l'acquisizione promossa da Conad nei confronti delle attività italiane del gruppo Auchan e gli ampliamenti della base associativa realizzati da soggetti come Selex e VèGè.
L'analisi di Mediobanca ha messo poi in evidenza il ritmo di crescita di Lidl Italia (tra il 2015 e il 2019 le vendite sono aumentate in media dell'8,7% all'anno); la redditività del capitale investito che colloca Eurospin (con un Roi al 20,2%) e Lillo-Md (al 16,5%) rispettivamente al secondo e al quarto posto a livello internazionale e il record mondiale registrato della società fondata da Bernardo Caprotti nelle vendite per metro quadrato (pari a 15.900 euro)
Lo studio infine evidenzia come la maggiore cooperativa italiana sia infine Coop Alleanza 3.0, (azionista di riferimento di Unipol con il 22,2% del capitale) con 4 miliardi di vendite.
Tuttavia, proprio sul fronte cooperativo, l'analisi di Mediobanca mette in luce la costante erosione del prestito sociale (sceso a 8 miliardi dagli 11 del 2014) registrata all'interno del gruppo Coop che vanta un portafoglio di 9,8 miliardi tra cassa e titoli. Più in dettaglio, tra il 2015 e il 2019 Coop ha registrato un profondo rosso cumulato di 252 milioni, ma la gestione finanziaria ha prodotto un saldo positivo di 388 milioni.
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