Il giorno dopo la grande spaccatura di Confindustria Veneto Est per la designazione del candidato alla presidenza di Viale dell'Astronomia è stato ugualmente tormentato. Ieri i tre saggi (Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi) hanno consultato le associazioni di categoria a Milano nella sede di Federchimica. Il quadro continua a essere molto frastagliato. Sulla base dei voti assembleari - necessari per essere ammessi al voto del consiglio generale del 4 aprile - Emanuele Orsini sarebbe avanti «di corto muso» su Edoardo Garrone, mentre ad Antonio Gozzi mancherebbe un pugno di preferenze per raggiungere il quorum del 20%, molto staccato Alberto Marenghi.
I tre saggi, concluse le consultazioni lunedì prossimo a Napoli, dovranno decidere chi ammettere alla votazione finale. Ed è proprio su questo punto che non si esclude una clamorosa sorpresa: la possibile «promozione» di Gozzi al giudizio finale con Orsini e Garrone cui seguirebbe un ballottaggio tra i due candidati più votati. Meno probabile, ad ora, l'esito contrario, ossia la sollecitazione nei confronti di uno o più concorrenti a fare un passo indietro in nome dell'unità. Tanto più che Gozzi non intende «regalare» i suoi voti a nessuno.
Meno probabile perché all'orizzonte l'unità della base confindustriale non si vede proprio. Confindustria Veneto Est, infatti, non è un caso isolato. Il consiglio di presidenza - dopo aver espresso 12 voti per Garrone, 9 per Gozzi e 2 per Orsini - ha deciso di non pronunciarsi. Stesso esito avrebbero avuto, secondo quanto si apprende, anche le designazioni di Confindustria Liguria, di Assolombarda e di Federchimica. Il condizionale resta comunque d'obbligo perché le votazioni a livello delle territoriali e delle federazioni di categoria (così come il raggiungimento del quorum assembleare) hanno un valore puramente simbolico. A titolo di esempio, nel consiglio generale di Confindustria Veneto Est (che riunisce Padova, Venezia, Rovigo e la «frondista» gozziana Treviso) ha otto delegati equamente ripartiti tra Orsini e Garrone.
Poiché queste situazioni potrebbero essere frequenti, il 4 aprile potrebbe configurarsi come una giornata campale in cui qualunque fazione prevalesse avrebbe un deficit di rappresentanza che si riverbererebbe su Confindustria stessa.
E tutto questo al di là dei conflitti di interesse relativi alla presenza nel settore energetico degli stessi Garrone e Gozzi. Ed è probabilmente questa consapevolezza ad aver fatto sì che gli «ambasciatori» di Orsini e di Garrone si incontrassero per delineare un appeasement.
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