Consumatori sul piede di guerra: "Fermare la svendita di Telecom"

In atto una manovra per scippare un importante asset dell'azienda a prezzi di realizzo. I consumatori chiedono al governo di intervenire tramite la Cassa Depositi e Prestiti

Consumatori sul piede di guerra: "Fermare la svendita di Telecom"

Fermiamo la svendita di Telecom. Il monito arriva dalle associazioni di consumatori Adusbef e Federconsumatori, preoccupate dall’ennesima manovra che vorrebbe “scippare un asset importante di un’azienda strategica italiana come Telecom Italia a prezzi di realizzo, la cui rete è stata finanziata dai consumatori italiani tramite il pagamento del canone e delle bollette telefoniche. I consumatori chiedono che il governo intervenga, anche tramite la Cassa Depositi e Prestiti, “per impedire che possa diventare una colonia spagnola, in ossequio ai desiderata di Telefonica ed alle smodate ambizioni di Cesar Alierta”, presidente di Telefonica.

Attualmente, Telecom Italia è controllata da Telco (Generali, Intesa San Paolo, Mediobanca e Telefonica) con appena il 22,4%, ma tale veicolo societario ad egemonia iberica, ha provocato lo stallo negli investimenti e nelle trattative per rafforzare Telecom Italia, dai conflitti di interesse di César Alierta, dal momento del suo arrivo nel 2007, specie in Argentina e Brasile, vista la concorrenza con la stessa Telefonica con Tim Brasil e Telefonica Argentina, controllate da Telecom. “Cedere l’esclusiva della trattativa a Telefonica – spiega Elio Lannutti, presidente Adusbef - la cui ventilata prospettiva ha punito ieri il titolo a Piazza Affari, che è calato del 3,39% a quota 0,57 euro, staccandosi dal resto del settore europeo (sostanzialmente invariato -0,12 per cento l’indice Stoxx delle Tlc), avrebbe l’effetto di allontanare gli altri potenziali pretendenti, sondati nelle ultime settimane dai soci venditori di Telco, significherebbe svilirne il prezzo in borsa facendolo crollare a prezzi di realizzo ed offrire all’azienda spagnola, un ruolo egemone nel settore TLC italiane”.

Intanto l'Autorità per le comunicazioni ha fatto sapere che potrebbe imporre lo scorporo della rete fissa di accesso se Telecom Italia non dovesse procedere volontariamente allo spinoff.

"Se Telecom non lo propone come iniziativa volontaria – ha spiegato Antonio Preto, membro del consiglio dell'Autorità, intervenendo ad un convegno sulle telecomunicazioni - forse dovremmo avviare i dovuti approfondimenti per accertare la sussistenza delle condizioni per imporlo come rimedio a garanzia della parità di accesso".

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