Notizie poco rassicuranti per l'Italia. Arrivano dalla Corte dei conti e dall'Ocse. L'Italia è "ormai uscita dalla recessione" ma resta "incertezza", soprattutto a causa dello scenario internazionale", dice il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, all'inaugurazione dell'anno giudiziario. Insomma, la tanto sbandierata ripresa, di cui Renzi va parlando, c'è ma si vede con il binocolo. Ma la mazzata più grande la Corte la rifila al governo soffermandosi sulla spending review: un mezzo fallimento.
Il "parziale insuccesso" della spending review, spiega Squitieri, è legato a "rigidità" nelle scelte delle modalità di contenimento della spesa. Il presidente della Corte dei Conti punta il dito contro i tagli operati a danno dei servizi alla collettività. Squitieri ha ricordato come "nel periodo successivo all’esplosione della crisi mondiale, la dinamica della spesa pubblica in Italia ha subito una netta decelerazione rispetto alla continua e sostenuta espansione che aveva contrassegnato l’interno arco degli anni 2000". Tuttavia la Corte dei Conti, ha proseguito, "è dell’avviso che il parziale insuccesso o, comunque, le difficoltà incontrate dagli interventi successivi di revisione della spesa siano anche imputabili a una non ottimale costruzione di basi conoscitive sui contenuti, sui meccanismi regolatori e sui vincoli che caratterizzano le diverse categorie di spesa oggetto dei propositi di taglio".
Secondo il presidente della magistratura contabile, "ciò ha generato, nel dibattito di politica economica, proposte di razionalizzazione che non offrono più scorciatoie percorribili in direzione di un’efficace spending review e che sembrano porre solo sullo sfondo il tema essenziale dell’interrelazione tra spesa pubblica e qualità dei servizi resi alla collettività, in nome della priorità assegnata all’obiettivo di riequilibrio dei conti". Squitieri ha pronunciato la sua relazione alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e tra gli altri, dei ministri Pier Carlo Padoan, Graziano Delrio e Stefania Giannini, e del capo della polizia, Alessandro Pansa.
"Ora il futuro è incerto"
Il 2015 "si era aperto con prospettive straordinariamente favorevoli per le economie europee - ha detto Squitieri - proprio un anno fa, in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario". Ma "il quadro è cambiato, piuttosto bruscamente, fin dall’estate scorsa, generando nuovamente incertezza sul futuro. Un’incertezza che sì è accentuata in queste ultime settimane per i timori del ripetersi di scenari che sembravano superati di forti tensioni sui mercati. In una fase così delicata per il nostro Paese - aggiunge - è fondamentale fornire impulso alla crescita e all’occupazione, pur nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica". Come è importante "rinsaldare la fiducia nello Stato e la credibilità del Paese". Squitieri ha comunque definito "rassicurante" l’acquisizione di un’economia italiana "ormai uscita dalla recessione connessa alla crisi del debito sovrano", pur ribadendo "l’alto contenuto di incertezza" del quadro attuale. "Ma forse - ha osservato - l’eventualità più rischiosa è che al rallentamento del ciclo economico si accompagni ancora una fase prolungata di bassa inflazione. Bassa crescita del Prodotto e inflazione ai minimi storici rappresenterebbe una combinazione particolarmente sfavorevole, soprattutto per i Paesi come il nostro impegnati in un difficile percorso di convergenza verso il riequeilibrio dei conti è di riduzione del debito".
L'Ocse taglia le stime crescita Pil
L’Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni sulla crescita del Pil italiano, stimato in espansione dello 0,6% nel 2015 e dell’1% nel 2016. Sono i dati contenunti nell’Interim Economic Outlook dell’organizzazione di Parigi. Nell’Economic Outlook dello scorso novembre il Pil italiano era stimato in crescita dello 0,8% nel 2015 e dell’1,4% nel 2016. Invariata la previsione di una crescita dell’1,4% nel 2017.
Romani: doccia fredda per Renzi
"Doppia doccia gelata per Renzi e il suo governo - dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani -. La Corte dei Conti da un lato e l’Ocse dall’altro hanno evidenziato che il quadro prospettico dell’economia è grigio ed incerto. In particolare, secondo il presidente Squitieri si è registrato un sostanziale fallimento della riduzione della spesa. Invece di prevedere interventi strutturali di razionalizzazione della spesa, si sono soppressi servizi importanti per i cittadini. Inoltre - prosegue Romani - il trend del calo del deficit pubblico diminuisce essendo stati utilizzati tutti i fondi della flessibilità concessa dall’Ue per spese ordinarie e non per investimenti. La previsione, poi, dell’Ocse sulla contrazione della crescita del Pil italiano nel 2016 all’1% conferma come la situazione sia tutt’altro che rosea.
Due forti bacchettate che arrivano da due organismi autorevoli e indipendenti che dovrebbero consigliare Renzi a rivedere la sua politica dei pannicelli caldi. Ma siamo più che certi che il presidente del Consiglio non ne terrà conto neppure stavolta".
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