"Così l'Italia batterà il Pil Ue. Ifis sartoria dei crediti difficili"

Il cda presieduto da Fürstenberg ha approvato i sei mesi con un utile di 94 milioni e ricavi in significativa crescita

"Così l'Italia batterà il Pil Ue. Ifis sartoria dei crediti difficili"
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L'economia italiana ricorda un campione di ciclismo che deve affrontare la pendenza della seconda parte della gara così da tagliare per primo il traguardo: lo sforzo si sente, ma si intravede la soddisfazione della vittoria. È questo il quadro che emerge dall'osservatorio privilegiato di Banca Ifis - gruppo presieduto da Ernesto Fürstenberg Fassio - che ha la missione di fornire soluzioni finanziarie alle piccole e medie imprese. In questa intervista, il ceo Frederik Geertman commenta la migliore semestrale di sempre, chiusa con 94 milioni di utile e ricavi in crescita del 7,5% a 374,5 milioni, confermando i target e lasciando aperta la porta a eventuali acquisizioni chirurgiche. Il prossimo piano industriale sarà presentato nella primavera del 2025.

L'Istat ha certificato una crescita tendenziale del Pil dello 0,9%. Quali segnali avete dalle imprese anche in vista della Bce?

«Lo scenario geopolitico, soprattutto con i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, ci obbliga a rimanere più vigili del solito. Ciononostante, il contesto economico risulta ancora favorevole per le imprese. Dal nostro osservatorio, notiamo ad esempio che i giorni di pagamento nel factoring si attestano sui minimi da due anni e anche il tasso di default delle imprese rimane basso. Da settembre, poi, la riduzione dei tassi annunciata dalla Bce dovrebbe creare le condizioni per un progressivo nuovo slancio per la crescita. Guardiamo quindi al futuro con una naturale cautela, ma anche con fiducia e ottimismo».

Lei ha una formazione da ingegnere chimico, qual è la formula che permette al nostro Paese di procedere meglio di tanti altri Stati europei?

«L'Italia ha una eccellente capacità di fare impresa e le sue aziende hanno dimostrato di poter competere sulla base del loro valore aggiunto, della forza dei marchi e dell'innovazione. Questo, unito all'appetito per il made in Italy che sta trainando l'export, è il motivo per cui la nostra economia sta crescendo più della media Ue. Sono convinto che parliamo di qualità strutturali, rispetto a 10 anni fa il tessuto economico e anche quello bancario sono molto più robusti».

Passiamo al credito al consumo, che indicazioni arrivano dalla vostra semestrale?

«Abbiamo un osservatorio privilegiato, essendo leader di mercato nel segmento del piccolo credito deteriorato. Vediamo una situazione notevolmente migliore rispetto a pochi anni fa: i nuovi volumi sono ai minimi dal 2015 e i rientri proseguono con solidità, anche grazie ai molti accordi transattivi finalizzati con i debitori. È evidente, però, che un prolungato periodo di tassi elevati potrà produrre effetti sulle finanze delle famiglie.

Lo scorso anno avete acquisito Revalea da Mediobanca. Come procede l'integrazione?

È quasi completata e ha già iniziato a portare un contributo in termini sia economici sia di crescita. Oggi Banca Ifis è leader di mercato e gestisce un portafoglio di circa 30 miliardi di piccoli crediti retail».

Quali saranno le prossime mosse di Ifis?

«Nel leasing finanziamo le imprese anche a livello strumentale con un approccio innovativo. Proponiamo per esempio una soluzione dedicata agli operatori turistici che intendono dotarsi di una flotta di bici elettriche, che sta attirando l'interesse di primari operatori.

Stiamo lavorando a nuove soluzioni per la transizione green delle imprese, dal leasing per i pannelli fotovoltaici alle colonnine di ricarica. Progetti che confermano il nostro ruolo di partner nella crescita delle aziende italiane».

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