Dall'auto alla chimica, Pechino corre (e conquista anche le aziende Usa)

Uscita dalla crisi Covid, la Cina attrae sempre più investimenti

Dall'auto alla chimica, Pechino corre (e conquista anche le aziende Usa)

La pandemia provocata dal Covid-19 ha messo in ginocchio il mondo intero e con esso l'economia globale. Chi più e chi meno, ogni Paese ha dovuto pagare un conto salatissimo di fronte all'avanzata del virus. La Cina è stata la prima nazione ad aver combattuto (e vinto) il ''nemico invisibile'' e, proprio per questo, Pechino può oggi essere presa come modello, non solo per la gestione dell'emergenza sanitaria, ma anche per quanto riguarda la ripresa economica. Uno degli indicatori più importanti che rendono l'esempio cinese altamente virtuoso, è rappresentato dalla fiducia delle imprese straniere nei confronti dell'economia del gigante asiatico. Dal momento che le misure prese dal governo cinese per stroncare la diffusione del nuovo coronavirus si sono rivelate efficaci, l'impatto della pandemia sull'economia locale è stato decisamente ridotto rispetto a quanto accaduto (e a quanto accadrà) in gran parte del resto del mondo.

Le aziende straniere, rassicurate dal modus operandi del Dragone, hanno risposto presente. Basti pensare che lo scorso 23 aprile il gruppo cinese FAW e la statunitense Silk Corp hanno trovato l'accordo per un'importante cooperazione; quest'ultima investirà 10 miliardi di yuan per creare una joint venture con la Cina, nell'intenzione di produrre la prima auto sportiva del marchio Hongqi. Ma, come si può leggere dalla stampa internazionale, questa è solo la punta dell'iceberg. Il giorno prima dell'intesa tra Faw e Silk Corp, c'è da segnalare la cerimonia tenutasi a distanza nelle città di Pechino, Huizhou e Dallas, e la conseguente fumata bianca per l'avvio del progetto etilene ExizonMobil Huizhou della provincia del Guandong con un investimento di 10 miliardi di dollari.

I due investimenti citati provengono entrambi dall'altra sponda del Pacifico ed evidenziano come le imprese straniere si fidino del mercato cinese. Non potrebbe essere altrimenti visto che, grazie alla sua intraprendenza e alle coraggiose decisioni prese in ambito sanitario, la Cina ha saputo migliorare la propria condizione sanitaria in poche settimane. Incoronando il ''made in China'', i capitali esteri hanno indirettamente premiato il continuo miglioramento dell'ambiente cinese, sempre più ideale per attirare tanto investimenti ''hard'' quanto investimenti ''soft. Insomma, a maggior ragione adesso che il motore economico di Pechino ha ripreso a marciare a pieno regime, nessuno ha intenzione di voltare le spalle alla Cina.

L'ingrediente fondamentale della ricetta cinese, che ha consentito al Paese di non affondare nella tempesta, è stato quello di aver attivato le giuste leve economiche. Persino gli esperti di Goldman Sachs hanno affermato che il mondo occidentale dovrebbe prendere da Pechino lezioni utili su come ripartire. In un'intervista rilasciata alla Cnbc, Andrew Tilton, chief Asia economist è stato chiaro: ''L'esperienza della Cina finora ha dimostrato che una piena ripresa economica richiederà del tempo, ma è possibile''. Nel frattempo nel mercato cinese si segnala un'altra notizia che alimenta ulteriore fiducia nella ripresa.

Shanghai Disneyland ha annunciato la riapertura per l'11 maggio, seppur con rigide misure di prevenzione e controllo. Quello di Shanghai era stato il primo parco tematico della Diseny a chiudere: adesso è il primo del mondo a riaprire.

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