C'è chi protesta e si lamenta, chi cerca di capire quanti danni subirà (sperando non siano troppi) e chi corre subito ai ripari. Il noto marchio di moto Harley-Davidson è una delle prime aziende Usa ad aver fatto i conti quantificando quanti soldi ci rimetterà a seguito dei dazi introdotti dall’Unione europea in risposta alle tariffe volute da Trump su acciaio e alluminio europei: circa 100 milioni di dollari.
Dopo aver fatto questa stima l'azienda ha deciso di correre ai ripari trasferendo una parte della produzione fuori dagli Stati Uniti. L’annuncio è contenuto in un documento depositato dal gruppo presso l’autorità di borsa Usa. Harley-Davidson, si legge nel documento, "crede che l’aumento notevole dei costi, se passato ai rivenditori e ai consumatori retail, avrebbe un impatto immediato, duraturo e negativo alle sue attività nella regione, riducendo l’accesso dei consumatori ai prodotti Harley-Davidson e pesando negativamente sulla sostenibilità del business dei suoi rivenditori".
Il gruppo assicura che si farà carico dell’aumento dei costi nel breve termine e che si aspetta di subire un colpo di 30-45 milioni di dollari per il resto del 2018. Su base annua, appunto, l’impatto aggregato è stimato tra i 90 e i 100 milioni di dollari.
Le tariffe doganali fatte scattare dall'Ue su diversi prodotti americani sono diventate effettive il 22 giugno scorso; nel caso delle
motociclette Harley-Davidson, i dazi su quelle esportate dagli Usa alle Ue sono saliti al 31% (dal 6%). Ciò significa, stando ai calcoli dell’azienda, che la misura avrà un impatto di 2.200 dollari per ogni veicolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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