Il delirio dell'Economist: le case di proprietà bloccano la crescita

Il noto settimanale si è scagliato contro "l'ossessione occidentale" di possedere una casa. Molto meglio vivere in affitto o in appartamenti condivisi

Il delirio dell'Economist: le case di proprietà bloccano la crescita

Possedete una o più case tutte vostre? Sappiate allora che siete populisti e frenate la crescita economica del vostro Paese.

No, non è un delirio mistico ma il cuore dello speciale pubblicato dall'Economist, rivista simbolo del capitalismo liberal che si è scagliata contro “l'ossessione occidentale” di avere una casa di proprietà.

Come sottolinea il quotidiano La Verità, secondo il noto settimanale essere proprietari di una casa è un “orrendo abbaglio” che “mette a rischio la crescita, l'equità e la fede pubblica nel capitalismo”.

La giustificazione di una simile presa di posizione è semplice: le origini della crisi dei mutui risalente al biennio a cavallo tra il 2007 e il 2008 sarebbero da imputare “all'infatuazione per le case di proprietà”. In altre parole, il possesso di un immobile è nocivo all'economia.

L'Economist prosegue illustrando il suo ragionamento: “Secondo uno studio del Fondo monetario internazionale nel breve periodo l' aumento del debito dei proprietari di casa favorisce la crescita economica e l' occupazione. Ma poi i proprietari di casa hanno bisogno di limitare le spese per ripagare i prestiti, quindi nel giro di tre o cinque anni gli effetti positivi si ribaltano: la crescita rallenta e le probabilità di una crisi finanziaria aumentano”.

Anzi: oltre all'economia, possedere le case frena anche le migrazioni interne. Già, perché negli Stati Uniti chi è proprietario di un tetto avrà maggiori difficoltà nello spostarsi verso le aree più in espansione del Paese.

Ma la lista dei peccati è ancora lunga: questi irresponsabili, cioè i proprietari delle abitazioni, hanno fatto salire i prezzi degli immobili, soprattutto nelle città più importanti sedi dei “lavori più produttivi” e rappresenterebbero un enorme ostacolo al progresso dell'umanità.

Mercato immobiliare e populismo

Come se non bastasse “l'élite di proprietari” impedisce “la costruzione di grattacieli e appartamenti che l' economia moderna richiede” e sarebbe responsabile persino dell'ascesa del populismo.

Leggendo la ricerca di Ben Ansell di Oxford e di David Adler dell'European University Institute apprendiamo come esista una correlazione tra il mercato immobiliare e il populismo.

Proviamo a spiegare perché: i possessori di tanti immobili fanno stagnare il mercato, e dove i mercati sono stagnanti i cittadini sono favorevoli alla Brexit, a votare il Front National e via dicendo.

Come fare per abbattere “l'infatuazione per le case di proprietà”? Un'idea, scrive sempre l'Economist, potrebbe essere quella di promuovere gli affitti perché “i millennial desiderano vita ad assetto leggero, in cui noleggiare auto, musica e vestiti piuttosto che possederli”. “Perché non potrebbe essere così anche per la casa?” si chiede il settimanale. Un'altra soluzione: il “co-housing”, cioè condividere un appartamento con altre persone.

Insomma, così come

nei decenni scorsi ci raccontavano che la precarietà avrebbe giovato all'economia, oggi dicono che non avere una casa di proprietà ma, al contrario, vivere in affitto sia meglio perché “incentiva la crescita”.

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