Lo scandalo derivati travolge Mps. "La vera natura di alcune operazioni riguardanti il Monte dei Paschi di Siena riportate dalla stampa è emersa solo di recente - ha fatto sapere la Banca d'Italia - a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all’Autorità di Vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza di Mps". Dopo le dimissioni dall'Abi di Giuseppe Mussari, le azioni della banca senese sono state sospese per eccesso di ribasso, segnando un teorico -9%, per poi essere riammesso. Alla fine della seduta a Piazza Affari, il titolo, maglia nera del paniere Ftse Mib e tra i peggiori dell’intero listino milanese, ha chiuso in calo dell’8,43% a 0,25 euro per azione. Entrata in contrattazione a piazza Affari mezz’ora dopo l’avvio della seduta, Mps ha toccato in giornata un prezzo minimo di 0,24 euro. Vero e proprio "boom" per gli scambi, con oltre 730 milioni di pezzi passati di mano, vale a dire circa il 6,3% del capitale sociale dell’istituto.
Già in avvio di seduta, Mps non è riuscita ad entrare subito in contrattazione, con prezzi di apertura che oscillavano tra lo 0,252 e lo 0,254 euro. A quel punto il titolo è entrato in asta di volatilità e poi è tornato in negoziazione scivolando a -9,6%. A pesare sulla banca lo scandalo scoppiato dopo che Il fatto quotidiano ha fatto emergere la cosiddetta operazione Alexandria: un contratto derivato con Nomura sottoscritto nel 2009, rimasto nascosto fino a qualche mese fa agli stessi vertici, che avrebbe permesso di correggere irregolarmente i bilanci e che porterebbe a perdite nel 2012 superiori ai 200 milioni. Ieri l’istituto senese aveva perso il 5,7% a causa dello scandalo dell’operazione Alexandria che avrebbe condotto a una correzione irregolare dei bilanci 2009 grazie a un derivato sottoscritto con Nomura. Mps ritiene che "la banca sia in condizioni di assorbire dal punto di vista patrimoniale, le conseguenze delle scelte finanziarie, contabili e gestionali" relative ai derivati delle operazioni Alexandria, Santorini, e Nota Italia. Ad ogni modo l'ad di Mps Fabrizio Viola ha bocciato l'ipotesi di nazionalizzazione: "Non è nelle nostre agende".
La vicenda ha sollevato polemiche da tutte le parti. Il Pd promette di portare al governo "una vera e propria stretta sull’utilizzo dei derivati, in particolar modo su quelli usati come mezzi surrettizi di finanziamento" e punta il dito contro la "copertura politica dell’asse Pdl-Lega che su questo ha incontrato anche un ingiustificabile sostegno da parte dell’attuale governo Monti". Fratelli d'Italia fa invece notare che a Mps sono stati dati "3,9 miliardi di aiuti di Stato sotto forma di MontiBond, più dell’intero valore dell’Imu sulla prima casa", come ha detto Giorgia Meloni che aggiunge: "È follia spremere le famiglie per aiutare le banche". "La vicenda Montepaschi è di una gravità inaudita per il buco di 760 milioni di cui parlano i giornali e per il fatto che il governo Monti accordi 3,9 miliardi, più dell’Imu pagata dagli italiani sulla prima casa", ribadisce Ignazio La Russa che aggiunge: "Monti e Grilli devono dare spiegazioni. E le deve dare soprattutto Bersani perché attraverso la Fondazione è il suo partito a nominare i vertici Mps: basta vedere l’intreccio fra carriere bancarie e quelle nel Pci, Pds, DS etc".
Pier Luigi Bersani, però, fa finta di nulla: "Non c’è nessuna responsabilità del Pd, per amor di Dio: il Pd fa il Pd, le banche fanno le banche. Francamente il Pd non c’entra un accidente, il sindaco prima di andarsene ha anche promosso il rinnovamento. Il Pd fa il Pd, e le banche fanno le banche".
"Se la magistratura metterà lo stesso zelo che ha messo in altre vicende su quella del Montepaschi, ci troveremo davanti ad una vicenda di enorme portata.
A cominciare dall’acquisto di banche a prezzi assurdi da parte del Monte", ha commentato poi il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, mentre il coordinatore Sandro Bondi rincara la dose: "Questa è la filosofia del governo Monti: difendere i ceti oligarchici contro il popolo. Proprio la funzione che nell’antica Roma era affidata alla figura del dictator: Adversus plebem dictator".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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