Dl fiscale: il carcere per gli evasori sale a 8 anni

L'ultima versione del testo del dl fiscale presenta importanti novità: scende il tetto per l'uso del contante ma aumenta pena massima per evasori

Dl fiscale: il carcere per gli evasori sale a 8 anni

L'ultima versione del testo del dl fiscale approvato dal governo presenta nuove e importanti novità per rafforzare la lotta agli evasori e contrastare l'evasione fiscale.

Facciamo un passo indietro: il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che introduce disposizioni urgenti in materia fiscale e il disegno di legge riguardante il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020. Questi provvedimenti compongono la manovra finanziaria, tradotta nel Documento programmatico di bilancio 2019 da trasmettere alla Commissione europea.

Torniamo alla bozza. Prima di tutto scende il tetto per l'uso del contante, fissato a quota 2.000 euro per il 2020 e 2021 e a 1.000 dal 2022 in poi. L'articolo, ricordiamolo, è in attesa di riformulazione, ma per il momento questo è quanto si legge sul documento.

Sempre con l'intento di sradicare l'evasione, la pena massima di reclusione per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante l'uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti passa da 6 a 8 anni. Per la precisione, la reclusione passa da un minimo di “un anno e sei mesi” e un massimo di “sei anni” a un minimo di “un anno e sei mesi” a “otto anni”.

Soddisfatto Giuseppe Conte: “Giusto prevedere pene detentive nei casi più gravi – ha dichiarato il premier in un'intervista al Tg1 - Su questo tutte le forze politiche sono d'accordo. Non abbiamo ancora completato questo tassello ma ci stiamo lavorando”.

Dello stesso avviso anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che in una diretta su Facebook ha però aggiunto di non voler “scatenare la guerra tra poveri”. “Il carcere per i grandi evasori deve entrare nel decreto fiscale – ha detto Di Maio – anche se in Italia bisogna combattere contro la grande evasione, non contro il commerciante”.

Le altre novità

Il gettito stimato proveniente dalla cosiddetta digital tax sui colossi del web sale da 600 milioni di euro annui a 708 milioni. La misura ricalca quella introdotta dalla legge di bilancio 2019 e la rende operativa, anche se “appare necessario tener conto le attività imponibili in questione sono caratterizzate da un forte sviluppo annuale. Pertanto, rivedendo la stima originaria che stimava un recupero di gettito di 600 milioni di euro annui e che faceva riferimento all'anno 2019, è stata ristimata la misura partendo da dati più recenti".

Tra le altre novità spicca un finanziamento a titolo oneroso di 350 milioni di euro della durata di sei mesi per Alitalia per consentire di “pervenire

al trasferimento dei complessi aziendali facenti capo ad Alitalia -Società Aerea Italiana - Spa in amministrazione straordinaria ed alle altre società del medesimo gruppo anch'esse in amministrazione straordinaria”

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