"Siamo insoddisfatti delle misure varate". Il decreto Ristori quater, l'ultimo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, non convince tutti i lavoratori. Lo slittamento delle scadenze fiscali e gli 8 miliardi di euro complessivi, stazianti a sostegno delle categorie più colpite dalla crisi economica causata dal Covid-19, non bastano per aiutare tutti i lavoratori in difficoltà. Gli indennizzi, inoltre, secondo una simulazione effettuata dalla Fipe-Confcommercio per Qn, sarebbero solamente simbolici e non andrebbero a coprire adeguatamente le perdite di fatturato dei vari settori.
Tra le prime denunce è arrivata quella della Fapi, Federazione autonoma delle piccole imprese, che ha sottolineato: "Le misure economiche previste nei vari dl Ristori per il piccolo commercio, in particolare del settore abbigliamento nelle regioni sottoposte a lockdown, sono insufficienti. Ci sono costi fissi da sostenere e mancati incassi che non sono colmabili con le mancette previste dal Governo". Sulla stessa linea si schiera anche la Federazione Moda Italia-Confcommercio, che chiede maggiore attenzione anche per le attività che hanno subito perdite importanti, indipendentemente dalle chiusure imposte dai Dpcm. E, ancora una volta, "negozi di camicie e maglierie con codice ateco 47.71.3" sono rimasti esclusi dalle misure previste per le attività che sono state chiuse dall'ultimo decreto: "Negozi che hanno perso qualsiasi tipo di entrata- ha commentato il presidente della Federazione, Renato Borghi- e che, estromessi ingiustamente dai decreti Ristori bis, ter e ora anche quater, non possono inspiegabilmente accedere alle seppur parziali soluzioni per la loro sopravvivenza come il contributo a fondo perduto ed il credito d'imposta del 60% dell'affitto per i mesi di ottobre, novembre e dicembre". Per aiutare la categoria della moda a ripartire servono soluzioni rapide, "per indennizzare questi negozi di camicie e maglierie che esistono e si sentono abbandonati e traditi per la terza volta consecutiva".
Le misure previste non bastano anche a detta del presidente di Assoviaggi-Confesercenti, Gianni Rebecchi, che al Giornale.it ha precisato: "In quest'ultimo decreto Ristori vediamo di positivo lo spostamento delle scadenze fiscali, rimandate ad aprile 2021, anche se noi chiedevamo un anno bianco dal punto di vista fiscale. Lo spostamento può essere considerato un primo passo, ma ora siamo entrati nel decimo mese di inattività e le spese tributarie saranno difficili da sostenere". Le agenzie viaggi e i tour operator risultano tra le imprese più colpite dalla crisi, perché hanno visto una percentuale di perdita altissima, posizionandosi tra i settori con una maggior perdita di fatturato, secondo il Rapporto Cerved Pmi 2020. "Chiediamo la sospensione degli oneri tributari, che non possiamo permetterci di pagare- ribadisce il presidente di Assoviaggi- e chiediamo che arrivi il contributo a fondo perduto, già inserito nel primo dl Ristori. Siamo in attesa di questo pagamento che ci è stato promesso". Si tratta di un indennizzo "riferito alla perdita del periodo dal 23 febbraio al 31 luglio". Per questo, saranno necessari ulteriori contributi: "Ci apprestiamo a chiedere ulteriori interventi sulla perdita di fatturato, relativa a questi e ai prossimi mesi. Serve un nuovo fondo che possa sostenere la perdita di fatturato da agosto a fine dicembre e anche nei mesi che verranno, perché prevediamo una ripartenza forse a primavera inoltrata". Nel settore operano decine di migliaia di imprenditori, tra cui molte donne e diversi giovani: "Sotenere il settore significa sostenere i giovani, che sono il futuro del nostro Paese".
Altro nodo fondamentale è la previsione di una ripartenza in primavera: "Bisogna persare agli strumenti adeguati- precisa Rebecchi- come per esempio il bonus vacanze, che potrebbe essere reso spendibile anche presso agenzie di viaggi e tour operator, acquistando un pacchetto turistico da consumare in Italia. In questo modo si metterebbe in moto l'economia in un senso più circolare". Ma, conclude, "in Italia viviamo di decreti urgenti e non si pensa al futuro: bisogna iniziare a pianificare".
Insoddisfatti anche i lavoratori dei settori Eventi, Wedding e Meeting che, "pur essendo praticamente chiusi e a ricavi zero dal 4 marzo, restano inspiegabilmente esclusi da qualsivoglia aiuto pubblico". A precisarlo è il presidente di Assoeventi, Michele Boccardi, che spiega: "Siamo in una situazione paradossale, perché se è giusto che il Governo aiuti le attività produttive che hanno riaperto, e che con fatica stanno cercando di risalire la china, a maggior ragione dovrebbe essere giusto aiutare quei comparti economici che, per i provvedimenti adottati dallo stesso Governo, sono costretti a rimanere chiusi. Invece non è così e continuiamo ad essere discriminati". Le perdite del settore sono state ingenti e la situazione non cambierà almeno fino alla fine del primo trimestre del 2021. Per questo, "bisogna intervenire adesso e aiutare le imprese degli Eventi, del Wedding e dei Meeting, perché non possiamo permetterci altri mesi a ricavi zero e senza aiuti di Stato a fondo perduto: fallirebbe l'intero comparto", conclude Boccardi.
Perplessità anche dall'Associazione Nazionale Lavoratori Stagionali (ANLS), che sottolinea le incongruenze presenti nell'ultimo decreto Ristori. "Dal punto di vista dell'attenzione non si può dire nulla- precisa al Giornale.it il presidente ANLS, Giovanni Cafagna- siamo tra le poche categoria ad essere presi in considerazione. Ma l'ultimo decreto non fa altro che ripetere gli errori dei precedenti: divide le categorie in più settori e, non si capisce con che paletti, alcuni settori prendono i bonus e altri non li prendono". Ma la cosa strana è che, a volte, "chi sta lavorando prende l'indennizzo, mentre chi non lavora non prende nulla". I lavoratori del settore turistico, spiega Cafagna, possono accedere ai rimborsi "se non stanno lavorando e non sono in Naspi" (la Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego è l'indennità mensile di disoccupazione, n.d.r.), mentre i lavoratori stagionali che non operano nel campo del turismo, possono accedere agli indennizzi, senza paletti. "È sbagliato regalare soldi a chi sta lavorando ed è sbagliato non darli a chi non ha lavorato ed è in Naspi, perché il danno c'è stato a maggio, giugno, luglio, ma quei mesi non sono stati coperti. Adesso i lavoratori turistici sono tutti in Naspi". Il dl Ristori quater è stato scritto "senza considerare tutte le dinamiche", conclude il presidente di ANLS, ricordando le richieste dei lavoratori stagionali: "Chiediamo che i soldi vengano distribuiti con un criterio più logico, non scrivendo le leggi in questo modo, e chiediamo un prolungamento della Naspi, perché abbiamo lavorato due, tre mesi e prendiamo solo due mesi di Naspi. Dovrebbe essere prolungata fino a marzo o aprile".
Critiche al decreto arrivano anche dalla Fapi libere professioni, che lamenta come i liberi professionisti siano stati "mortificati": "Nonostante le rassicurazioni giunte dal Governo nelle scorse settimane, alla prova dei fatti, nessuna indennità arriverà sui conti correnti dei professionisti ordinistici- commenta il presidente nazionale, Ciro Aquino- Urge rimediare con i prossimi provvedimenti economici dando anche ai professionisti iscritti alle Casse di previdenza private che hanno registrato un rilevante calo di fatturato la possibilità di accedere al fondo perduto".
Così, anche l'ultimo decreto Ristori lascia insoddisfatti diversi settori che,
colpiti duramente dalla crisi innescata dalla pandemia del Covid-19, avrebbero bisogno di aiuti tempestivi e di un intervento ulteriore sulle scadenze fiscali che, a fronte di perdite così elevate, faticano ad essere pagate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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