L'ultimo drammatico richiamo di Papa Francesco alla coscienza dell'Europa per quanto continua a succedere nel Mediterraneo con i viaggi della disperazione le immagini di donne incinte e bambini in preda all'angoscia su improbabili gommoni, per non dire del penoso e colpevole mercato che si alimenta di questo desiderio di fuggire da luoghi di violenza e sopraffazione non merita di rimanere inascoltato. L'indifferenza è forse la peggiore delle colpe. La politica seria e non quella che si muove per interessi di parte e per compiacere il proprio elettorato deve, una volta per tutte, assumere decisioni condivise a livello internazionale.
Oggi, per quel che vedo, il nostro presidente del Consiglio Mario Draghi ha le carte in regola per guidare, su questa spinosa e insopportabile vicenda, un piano per una soluzione condivisa e ragionevole. Con l'uscita di scena della signora Merkel che però in materia di profughi non ha fatto moltissimo il premier italiano è la personalità più autorevole al mondo per sovrintendere un'efficace cabina di regia. Vi è riuscito quando ha sferzato l'Europa salvando i mercati dal tracollo finanziario con risolutezza e carisma indiscutibili. Ora potrebbe farlo per una sfida ancora più dirimente: salvare vite umane. Insomma, un rinverdire il suo proverbiale e famoso «whatever it takes», ovvero fare tutto il possibile e in tempi certi per trovare una soluzione definitiva e realistica a questa tragedia che non accenna a rallentare. Una tragedia umana, ma non solo. Perché riveste anche dimensioni politiche ed economiche.
Ecco perché i governi non possono continuare a litigare fra di loro.
Ecco perché urge un impegno globale e prima di tutto uno scatto di civiltà. Credo che la credibilità conquistata da Mario Draghi possa scuotere questo mondo sonnolento. Ci siamo detti che il Covid ci avrebbe migliorati. È il momento di dimostrarlo con i fatti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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