Mario Draghi proroga il programma di acquisti, il quantitative easing, almeno fino a dicembre 2017. Gli acquisti resteranno, fino alla fine di marzo 2017, pari a 80 miliardi di euero al mese, mentre da aprile a dicembre 2017, o oltre se necessario, il ritmo degli acquisti scenderà a 60 miliardi di euro. L'Eurotower si tiene comunque le mani libere. "Se necessario - fanno sapere dalla Bce - il programma di acquisti può essere esteso o ampliato nelle dimensioni". Questo, nel caso in cui "lo scenario dovesse peggiorare", soprattutto in riferimento al raggiungimento dell'obiettivo di un'inflazione vicina ma sotto il 2%.
Da gennaio la Bce potrà acquistare titoli anche con scadenza residua a un anno. Il limite minimo era finora fissata a due anni. Non solo. Per quanto sarà "necessario", sarà possibile acquistare titoli con rendimenti inferiori alla soglia del meno 0,40 per cento, il tasso sui depositi bancari. "L'estensione del quantitative easing - ha spiegato Draghi - è stata calibrata per preservare il sostanziale accomodamento della politica monetaria". Un'operazione necessaria a sostenere la ripresa dell'Eurozona e a raggiungere l'obiettivo di inflazione "sotto ma vicino il 2%". Secondo il report della Banca centrale, la crescita nell'area euro resta, infatti, "moderata ma solida". In questo quadro, è il ragionamento di Draghi, le riforme strutturali "restano essenziali" e "vanno aumentate significativamente".
I recenti appuntamenti elettorali sono stati per la Banca centrale un banco di prova per i nuovi assetti internazionali. "La Brexit, l'elezione negli Stati Uniti di Donald Trump e anche l'esito del referendum in Italia avranno un grande impatto nel mondo", ha rilevato Draghi sottolineando che al momento è comunque "molto difficile valutare le conseguenze nel medio termine" della vittoria di Trump alle presidenziali statunitensi. Quel che è certo è che si tratta di eventi che avranno un impatto, nel bene e nel male, nelle politiche economiche globali. Per quanto riguarda l'Italia, però, il governatore della Bce ci ha tenuto a far notare che la vulnerabilità del nostro sistama bancario "c'è da tempo" e, per questo, "va affrontata" al più presto.
Resta fermo al minimo storico il costo del denaro. La Bce ha lasciato invariati i tassi d'interesse.
L'indicatore principale rimane fermo al minimo storico dello 0%, quello sui depositi bancari a -0,40% e quello di rifinanziamento marginale a 0,25%. Il Consiglio della Bce continua a prevedere che il livello dei tassi di interesse resti a lungo su questi livelli o più bassi, oltre l'orizzonte temporale del quantitative easing.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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