Il gruppo Caltagirone, tramite le società Caltagirone Editore, Finced, Capitolium, Mantegna 87, Vianini Lavori e Fincal, ha citato in giudizio presso il Tribunale di Roma il Monte dei Paschi di Siena con un atto datato 2 agosto 2022. È quanto si legge nel progetto di bilancio dell'istituto senese. Le controllate dell'imprenditore romano, che era vicepresidente di Rocca Salimbeni (in palese contrapposizione con il presidente Giuseppe Mussari) e fino a inizio 2012 ne è stato il secondo azionista con il 4,7%, ha lamentato «la difformità informativa diffusa sul mercato dalla capogruppo in relazione ad investimenti in azioni Mps effettuati dalle sei società tra il 2006 e il 2011». Le società hanno investito in azioni Mps «un ammontare complessivo di circa 856 milioni di euro» e hanno rivenduto «nei primi mesi del 2012 riportando una minusvalenza di circa 741 milioni di euro». Secondo quanto riporta il bilancio, il danno subito dall'investimento è «collegato direttamente alla condotta asseritamente illecita posta in essere» da Mps e consistita nella «diffusione di informazioni price sensitive erronee fin dal 2006», in quanto le parti imputano alla «asserita rappresentazione non veritiera della situazione patrimoniale della capogruppo il fatto di aver acquistato e/o mantenuto i titoli Mps nei rispettivi portafogli nell'arco temporale sopra indicato». Alla prima udienza, che si è svolta lo scorso 30 gennaio 2023, le sei società hanno chiesto la concessione dei termini istruttori, mentre Mps ha chiesto la spedizione della causa a precisazione conclusioni. Il giudice si è riservato di decidere.
La richiesta danni del gruppo Caltagirone è già inclusa nel totale delle richieste danni comunicate da Mps con i risultati 2022, pari a 5,8 miliardi di euro, di cui 4,1 miliardi legate all'informativa finanziaria, per cui «non aggrava il quadro del contenzioso». Secondo quanto riportato dalla Stampa nel 2021, il gruppo Caltagirone avrebbe presentato nel 2014 una richiesta di risarcimento stragiudiziale da 500 milioni di euro, rinnovata poi nel 2018.
Analoghe azioni stragiudiziali sono state avanzate anche dalla Fondazione Mps, ex primo azionista con il 48%, che aveva chiesto 3,8 miliardi giacché la rappresentazione dei bilanci nel periodo precedente l'emersione delle operazioni Alexandria e Santorini era non veritiera. Il Monte e Palazzo Sansedoni si accordarono per 150 milioni.
Stesso iter per gli ex soci Coop Centro Italia con la sua finanziaria Coofin che avevano avviato a Firenze una causa civile per 150 milioni, poi chiusa dal Monte con una transazione da 32 milioni di euro. Il fondo Alken, invece, nel 2021 ha perso a Milano una causa di risarcimento da 450 milioni.
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