I coniugi che risiedono in due appartamenti diversi avranno la "spada di Damocle" dell'Imu sulle loro teste: da un lato, la Cassazione non vuole riconoscere l'esenzione dell'imposta per l'abitazione principale nel caso di famiglie con residenze diverse, dall'altro c'è la novità introdotta con un emendamento al decreto legge 146/2021 che consente alle famiglie di esentare dal pagamento almeno un immobile a scelta.
L'incertezza sull'Imu
Come ci siamo appena occupati sul Giornale.it, domani scadrà la seconda rata sull'Imposta municipale unica per oltre 25 milioni di italiani ma l'incertezza regna sovrana. Le possibile scelte a questo punto sono tre: o pagare due volte l'Imu così come richiesto dalla Cassazione con un versamento di denaro non indifferente per tutti gli immobili di proprietà; non seguire quanto detto dalla Cassazione e, quindi, l'esenzione dal pagamento per una sola abitazione come nel caso della residenza di marito e moglie in Comuni diversi considerando, come riporta ItaliaOggi, le novità dell'emendamento al decreto legge 146/2021 che "consente ai nuclei familiari i cui membri abbiano stabilito la residenza in immobili diversi, di utilizzare l'agevolazione Imu prevista per l'abitazione principale per un solo immobile del nucleo ed a scelta del nucleo stesso".
Altri dubbi
Prima di passare alla terza scelta, però, i dubbi sull'emendamento sono numerosi perché, se il decreto legge sarà convertito in queste ore e comunque prima del 16 dicembre, non si potrà considerare retroattivo per tutto il 2021 motivo per cui potrebbe incidere soltanto sul mese di dicembre. La scelta dei coniugi di esentare un'abitazione sarebbe quella meno rischiosa perché la legge stabilisce che "nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale, le agevolazioni per l'abitazione principale e per le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile".
Infine, arriviamo alla terza scelta, la doppia esenzione. In questo caso, non cambia nulla per l'anno in corso secondo le direttive del Ministero dell'Economia e delle Finanze con la circolare 2/2012. L'unica possibilità nelle mani del contribuente rimane l'indicazione contenuta nel documento del ministero dove viene specificato che il legislatore non ha stabilito limiti all'esenzione "nel caso in cui gli immobili destinati ad abitazione principale (dei coniugi) siano ubicati in comuni diversi, poiché in tale ipotesi il rischio di elusione della norma è bilanciato da effettive necessità di dover trasferire la residenza anagrafica e la dimora abituale in un altro comune, ad esempio, per esigenze lavorative". Così, il risparmio rischia di sparire per colpa di eventuali spese per il sostenimento del contenzioso fiscale, ecco perché la decisione va ponderata.
Cosa ha deciso il governo
Sempre sul fronte Imu, la maggioranza ha dato l'ok e al decreto legge sull'Imu sulle "finte" prime case e la caccia ai "furbetti" dell'Imu (esenzione rimane valida solo per un'abitazione a nucleo, anche se i coniugi risiedono in due Comuni differenti).
Infine, tra le altre agevolazioni discusse e approvate sul fronte fiscale, c'è il bonus di 800 euro per i genitori separati in gravi condizioni economiche con la possibilità di acccumulare sia l'assegno di invalidità che il reddito da lavoro, la mini-proroga delle cartelle e lo stop alla Tari per basiliche e altri edifici ecclesiastici.
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