Gedi vola in Borsa all'indomani della proposta di nozze da parte di Exor per rilevare l'editore de La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e L'Espresso. La società ora controllata dalla Cir della famiglia De Benedetti ha chiuso la seduta a 0,455 euro, in rialzo del 60,2%, allineandosi così agli 0,46 euro per azione offerti dalla holding degli Agnelli per rilevare il controllo del gruppo e pari a una valutazione dell'editore, comprensiva dei debiti, di 267 milioni.
Exor acquisirà il 43,8% di Gedi dalla Cir dei De Bendetti per 102,4 milioni di euro, per poi lanciare l'Opa obbligatoria sul flottante sempre a un prezzo di 0,46 euro. I De Benedetti, per cui l'incasso netto dovrebbe superare i 90 milioni, reinvestiranno nella società editoriale per arrivare al 5% del capitale. Il prezzo messo sul piatto dagli Agnelli è superiore agli 0,25 euro offerti un mese fa dal patriarca Carlo de Benedetti (nella foto) ai figli per rilevare il 29,9% dell'editore, ma inferiore sia agli 1,2 euro a cui è valorizzata la partecipazione di Gedi nei bilanci di Cir sia agli 0,8 euro a cui è iscritta la partecipazione (finora il 5,99%) dell'editore nei bilanci di Exor.
Per gli analisti tuttavia si tratta di una operazione decisamente a premio rispetto alle valutazioni di mercato. Banca Imi sottolinea come la valorizzazione di Gedi corrisponda a otto volte il margine operativo lordo previsto per il 2020, ben oltre la media di settore ferma a cinque. Sulla stessa scia anche Equita, secondo cui il prezzo pagato per Gedi corrisponde a ben 19 volte gli utili, rispetto ai 7 a cui trattano rivali come Cairo e Rcs. Si scommette sulle possibili sinergie di gruppo considerando che alla finanziaria degli Agnelli fa capo anche il 43,4% di The Economist e sull'eventuale trasformazione tecnologica e organizzativa.
Si tratta di «un accordo positivo per Exor perché le consente di differenziare ulteriormente le attività» commenta Mediobanca che conferma la raccomandazione di acquisto su Exor. Non mancano tuttavia i timori di un possibile spezzatino nonostante e rassicurazioni finora trapelate da Torino.
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