Doveva esserci la tanto auspicata ripresa dopo due anni di pandemia ma si è aggiunto il disastro della guerra in Ucraina a frenare la crescita del Pil italiano: rispetto alle previsioni di febbraio in cui era stato dato un +4,1% per il 2022 e +2,3% per il 2023, le stime sono state viste al ribasso con un +2,4% quest'anno e +1,9% nel 2023. Sono i numeri della Commissione Ue che ha spiegato come le prospettive per l'economia del Belpaese siano "soggette a pronunciati rischi al ribasso" In particolare, "essendo l’Italia uno dei maggiori importatori di gas naturale russo tra i Paesi Ue, sarebbe gravemente colpita da improvvise interruzioni delle forniture".
Una crescita "rimandata"
"La guerra ha portato a un aumento dei prezzi dell’energia e ha ulteriormente interrotto le catene di approvvigionamento, per cui l’inflazione è ora destinata a rimanere più a lungo", spiega al Corriere della Sera il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, il quale aggiunge che "il forte rimbalzo economico dello scorso anno avrà un effetto positivo sui tassi di crescita di quest’anno". Il calo, ovviamente, c'è anche per i Paesi europei il cui Pil è previsto in calo al 2,7% per il 2022 e al 2,3% nel 2023 rispetto alle stime di febbraio quando c'era un +4% e +2,8% per il 2022 e 2023. Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombroskis, ha affermato che "anche se la crescita continuerà quest’anno e il prossimo, sarà molto più contenuta di quanto previsto in precedenza".
Cosa succede con l'inflazione
Ma i problemi economici non sono ancora finiti: rispetto agli ultimi tre mesi dello scorso anno, l'inflazione in Eurozona è aumentata fino al 6,1% nel primo trimestre dell'anno rispetto al 4,6% della fine del 2021. Addirittura, ad aprile ha toccato il picco massimo mai registrato in precedenza del 7,5%. Adesso dovrebbe assestarsi intorno al 6,9% per poi iniziare una discesa auspicata. Per l’Italia, le stime di inflazione sono al 5,9% per quest'anno e al 2,3% per il 2023, in buona ripresa. Si zoppica anche per il debito pubblico: nel nostro Paese è al 147,9% del Pil per il 2022 e 146,8% per il prossimo, il secondo più elevato dell'Ue dietro la Grecia mentre in Europa il rapporto debito/Pil dovrebbe scendere all’87% quest’anno e all’85% nel 2023.
Le previsioni per il 2023
"Il Pil reale - afferma l'esecutivo Ue - ha subito una contrazione nel primo trimestre del 2022 e le prospettive a breve termine rimangono modeste".
Le previsioni della Commissione, però, sono positive in quanto "l'economia dovrebbe tornare a un percorso di espansione più sostenuto il prossimo anno, grazie agli investimenti finanziati dal Rrf (Fondo europeo di ripresa e resilienza, ndr)", ricorda TgCom. Infine, nel 2023 la crescita dell'1,9% per l'Italia sarebbe "ancora notevolmente al di sopra della media di lungo periodo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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