Elettricità, arrivano le penali in caso di recesso anticipato

I fornitori potranno prevedere oneri a carico dei clienti che vogliono disdire le offerte speciali prima del termine

Elettricità, arrivano le penali in caso di recesso anticipato
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I contratti per le forniture di energia a utenze domestiche potranno prevedere il pagamento di penali in caso di recesso anticipato. È quanto prevede una delibera dell'Arera, l'Authority dell'energia e delle reti, che recepisce la cosiddetta «direttiva elettrica» Ue del 2019 e che il Parlamento italiano ha traslato nella nostra legislazione nel 2021.

Dal primo gennaio, infatti, i fornitori hanno la facoltà di applicare, in alcuni casi, un onere a carico del cliente se recede dal contratto prima della sua naturale scadenza. «Nel caso di contratti di fornitura di energia elettrica a prezzo fisso e a tempo determinato - si legge nella delibera - oppure a prezzo fisso e a tempo indeterminato ma con condizioni economiche a tempo determinato» offerti a clienti domestici o a imprese con meno di 50 dipendenti e 10 milioni di fatturato, il venditore «è tenuto a indicare in maniera chiara, espressa e agevolmente comprensibile» l'eventuale onere «che deve essere specificamente approvato e sottoscritto dal cliente finale». La penale, spiega l'Authority, è la «somma massima di denaro complessivamente dovuta» e deve essere proporzionata, cioè «non può eccedere la perdita economica direttamente subita dal venditore a seguito del recesso anticipato del contratto».

Le compagnie energetiche, pertanto, potranno applicare questi oneri ai contratti di durata determinata, solitamente 12 o 24 mesi, e a prezzo fisso. Analogamente, un indennizzo in loro favore è previsto se il cliente disdetta i contratti a tempo indeterminato nel periodo di vigenza di un'offerta speciale. Al venditore spetta, comunque, l'onere di provare effettività ed entità della perdita.

Le associazioni di consumatori sono già sul piede di guerra. Gli oneri di recesso «sono del tutto illegittimi», ha dichiarato il presidente del Codacons Carlo Rienzi, preannunciando un ricorso al Tar del Lazio e ipotizzando una class action. «Si tratta - ha proseguito - di un evidente squilibrio tra le parti, che vede i fornitori di energia in posizione privilegiata rispetto agli utenti» cui verrebbe preclusa la possibilità di passare a un altro operatore con tariffe più vantaggiose. Annuncia battaglia anche l'Unione nazionale consumatori. «Abbiamo chiesto inutilmente e ripetutamente a governo e Parlamento di abrogare la norma», ha affermato Marco Vignola, responsabile del settore energia Unc. «Purtroppo, il Parlamento, dimostrando di voler stare dalla parte delle compagnie energetiche che stanno facendo extraprofitti milionari e non da quella delle famiglie, in barba alla libera concorrenza», ha aggiunto.

Assoutenti infine chiama in causa Antitrust, Mister Prezzi e la stessa Arera. Un'insoddisfazione comprensibile visto che la novità coincide con il passaggio dal mercato tutelato a quello libero sia per il gas (dal 10 gennaio) che per l'elettricità (1 luglio).

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