«Nel 2035 i veicoli elettrici avranno la quota più alta nelle principali aree del mondo, ma la loro crescita sarà ostacolata da un costo delle materie prime più alto del 125% rispetto a una vettura tradizionale»: è uno dei passaggi più significativi del «Global Automotive Outlook 2022» di AlixPartners, società di consulenza leader nel mondo. Negli Usa il contenuto di materie prime di un'auto elettrica vale ora di 8.255 dollari (a incidere sono cobalto, litio e nichel) contro i 3.662 dollari in una vettura tradizionale, costo comunque raddoppiato rispetto al pre-Covid.
Lo studio, presentato da Dario Duse, managing director e co-leader del team europeo Automotive e Industrial, prevede inoltre che le «strozzaure» nell'industria automobilistica proseguiranno fino al 2024, anche se in un contesto di graduale miglioramento della disponibilità di chip. La domanda di chip per le auto elettriche è vista salire del 55% l'anno e un approvvigionamento regolare rappresenterà sempre un punto chiave per il futuro.
La ricerca ha riguardato in larga parte il tema dell'elettrico. In proposito, AlixPartners stima, per il quinquennio, in 526 miliardi di dollari gli investimenti del settore nel suo complesso per fronte allo sviluppo e al passaggio alla mobilità a batteria. «Mentre molte aziende stanno pianificando la propria transizione, è necessario sviluppare ulteriormente la capacità di riprogettare la catena del futuro e gestire la transizione per limitarne il costo: i 70 miliardi per l'industria al 2030 possono essere infatti dimezzati con una gestione attenta e proattiva», afferma Duse.
Sono comunque i fornitori, secondo lo studio, i soggetti più vulnerabili. Con l'ingresso di nuovi concorrenti, tra cui i fornitori di batterie e tecnologie, e con la scelta dei costruttori d'auto di produrre in proprio un numero maggiore di componenti per convertire gli impianti e le competenze del personale, la catena dell'indotto - per AlixPartners - sembra avere accesso solo al 28% del valore di produzione dei nuovi powertrain. E sempre i fornitori, avendo assorbito di più l'aumento dei costi, hanno conseguito un aumento dei margini sotto la media dell'ultimo decennio (indebitamento stabile e a livelli record). Al contrario, rimarca AlixPartners, le Case hanno raggiunto il record storico di profittabilità. Ribadito anche che il costo di un veicolo elettrico è in media del 60% superiore a quello di uno equivalente endotermico: un terzo del costo è legato al pacco batteria. E lo scenario mondiale, è stato precisato, potrebbe far rallentare l'iter verso la parità di costo tra i due tipi di vetture.
Intanto, Stellantis espande la collaborazione con l'australiana Vulcan Energy diventando azionista dell'azienda
fornitrice di litio decarbonizzato. L'investimento di 50 milioni produrrà un aumento della produzione di idrossido di litio a basse emissioni di carbonio, necessaria per la produzione di veicoli elettrici di Stellantis in Europa.
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