Il progetto per il rigassificatore di Porto Empedocle può ripartire e un altro pezzo del puzzle che trasformerà l'Italia in hub europeo del gas ha trovato la sua collocazione sulla carta. Dopo un incontro definito «di grande intesa» tra l'ad dell'Enel Flavio Cattaneo e il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, si è sciolto un importante ostacolo burocratico sulla strada del progetto: la Regione ha approvato il decreto di proroga della scadenza di fine lavori. Nuova data: il 2028. Quattro anni a partire da oggi: un timing in linea con il tempo medio necessario per la costruzione di una tale opera.
La strada per realizzare questo rigassificatore, bloccato a suon di ricorsi da quindici anni, non è però del tutto in discesa, nonostante la sua realizzazione sia fondamentale per l'indipendenza energetica nazionale: Porto Empedocle rappresenta una possibile opzione per la diversificazione degli approvvigionamenti e varrebbe circa 8 miliardi di metri cubi di gas l'anno.
Il governo Meloni lo sa. E dopo la crisi energetica il vento è cambiato. Così ora, per la «prima pietra», mancherebbe solo la definizione del meccanismo di remunerazione per la sua realizzazione. I primi di settembre il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha evidenziato al presidente Schifani l'attenzione del Mase per l'opera che è stata inserita nel Pniec (Piano nazionale integrato per l'energia e il clima) formalmente inviato dal ministero dell'Ambiente alla Commissione Europea lo scorso 30 giugno. Ma non basta.
L'infrastruttura che vale oltre un miliardo deve essere definita «strategica» e ottenere uno specifico meccanismo di remunerazione del capitale, come da prassi nel caso di queste opere già presenti sul territorio. In Italia, fino al 2023, c'erano tre rigassificatori, al largo di Livorno (Olt), al largo di Rovigo e nel porto di Panigaglia. A marzo 2023 si è aggiunto il rigassificatore Golar Tundra nel porto di Piombino (di Snam).
Per Cattaneo, da pochi mesi alla guida di Enel si tratterà di una nuova sfida. In vista della definizione del piano industriale di novembre il nuovo Ad mette dunque nel cassetto la strategia dell'ex Francesco Starace che, per Porto Empedocle, prevedeva la vendita del progetto. «Abbiamo rimarcato ancora una volta l'importanza dell'infrastruttura - ha sottolineato Schifani - e lo sviluppo del terminale on shore di Porto Empedocle darà un importante contributo per diversificare gli approvvigionamenti energetici e costituire un'opportunità di sviluppo per il Mezzogiorno».
Nel corso del vertice Cattaneo-Schifani è
stato poi ribadito l'impegno di Enel per un piano di investimenti straordinari sulle reti elettriche regionali, volti a incrementare la resilienza dell'infrastruttura e la sua capacità di rispondere a eventi meteo estremi.
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