
L'hub del gas, auspicato da Mario Draghi e progetto strategico del governo Meloni, è realtà. Grazie all'asse con Cipro ed Egitto, l'Italia e il Mediterraneo diventano un nuovo polo di riferimento per il gas (ieri in calo a 47,7 euro per megawattora al mercato di riferimento di Amsterdam) che ridisegna la mappa energetica internazionale, diversifica le forniture, e riduce la dipendenza da fonti tradizionali. Protagonista dello storico accordo, l'Eni di Claudio Descalzi (foto) che ha messo a sistema, con Total, lo sviluppo e l'export di gas dal Blocco 6 di Cipro. Firmato all'apertura di Egypes, il principale evento energetico in Egitto, l'accordo ha l'obiettivo di sviluppare rapidamente il giacimento Cronos, a largo delle coste di Cipro, da dove il gas sarà trasportato e trattato nell'infrastruttura di Zohr, legata al giacimento gigante di Eni, per poi essere liquefatto nell'impianto lng di Damietta (di cui il gruppo italiano detiene il 50%), e da lì esportato. Scoperto nel 2022, Cronos ha una capacità stimata in oltre 85 miliardi di metri cubi di gas. Inoltre, il Blocco 6 comprende altre potenziali risorse in fase di esplorazione e valutazione, tra cui la scoperta di Zeus effettuata nel 2022. Ed Eni, che è presente a Cipro dal 2013, ha altri tre siti esplorativi attivi.
«Questo accordo - ha sottolineato Descalzi - consente di portare il gas cipriota al mercato in modo tempestivo, contribuendo alla sicurezza energetica e alla competitività degli approvvigionamenti energetici».
Alla Sustainability Week di Abu Dhabi, in merito all'hub dell'energia in Italia, Meloni si era detta «convinta che lo sviluppo delle interconnessioni potesse essere la chiave di volta di una nuova diplomazia energetica, che potesse moltiplicare le occasioni di cooperazione e fosse in grado di generare benefici condivisi per tutti».
L'iniziativa si inserisce, quindi, in un contesto di crescente attenzione alla sicurezza energetica, con l'Europa impegnata a ridurre la dipendenza dal gas russo. Da qui, anche il crescente sviluppo di progetti con Albania, Tunisia, Algeria, Arabia e Nord Africa. Non solo, lo sviluppo di un hub nel Mediterraneo alleggerirà, a tendere, anche la costosa (e rischiosa in tempi di dazi) dipendenza dal gnl americano.
Nel primo semestre del 2024, il 44% delle importazioni di gnl proveniva dal Qatar, il 33% dagli Stati Uniti e il 15% dall'Algeria.
E si prevede che la capacità di importazione di gas naturale liquefatto da parte dell'Italia, aumenterà del 22% nel primo trimestre del 2025. Un'impennata motivata dall'apertura dell'unità di stoccaggio e rigassificazione galleggiante di Ravenna da parte del gestore Snam.
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