Eni scommette 7 miliardi sull'Italia

Un miliardo sarà investito sulle rinnovabili, ma senza puntare sulle acquisizioni

Eni scommette 7 miliardi sull'Italia

Sette miliardi in quattro anni. È in Italia che l'Eni impegnerà la maggior parte delle proprie risorse per crescere e diversificare il business. «È il nostro primo Paese a livello di investimenti», ha annunciato ieri l'ad del gruppo, Claudio Descalzi, in occasione dell'investor day milanese che segue le tappe di Londra e New York. Nel giorno in cui il petrolio ha toccato i massimi da 3 anni (Brent in area 73 dollari), l'Eni conferma dunque la propria strategia: diversificare il business aprendosi a nuove opportunità come quella green. Di quei 7 miliardi, infatti, 1 miliardo andrà proprio allo sviluppo, in Italia, del business rinnovabile.

D'altra parte, l'oro nero resta il cuore di Eni, ma dopo la crisi dei prezzi che ha abbattuto il mercato, ampliare la strategia è centrale. Alla voce verde l'Eni ha messo più di un affare: impianti per la produzione di energia, carburanti di ultima generazione e la mobilità sostenibile. Da qui, la necessità di investire in ricerca e sviluppo 750 milioni di euro nel corso dei quattro anni in cui si realizzerà il nuovo piano. Nel dettaglio, il Progetto Italia prevede iniziative di riqualificazione industriale con la realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile nell'ambito di terreni Eni bonificati. L'energia rinnovabile prodotta sarà destinata prevalentemente a soddisfare gli autoconsumi degli asset industriali di Eni, consentendo alla compagnia di ridurli. In questo ambito sono stati identificati 25 progetti per una potenza di 220 megawatt, pari a 0,4 terawatt/ore l'anno di energia elettrica, che entreranno in esercizio nel 2021. «È chiaro che l'idea di arrivare a 500, 600, 700 Mw di rinnovabili in Italia non mi dispiacerebbe, visto che adesso siamo a quota 150 Mw», ha precisato Descalzi chiarendo però che, al momento, Eni non prevede di crescere attraverso acquisizioni, quindi non ha nessun interesse per gli asset solari del fondo Terra Firma. «Noi cresciamo per linee interne perché abbiamo terreni, soprattutto là dove c'è una copertura solare importante, quindi non abbiamo per il momento in testa nessun tipo di acquisizione».

Per contribuire alla mobilità sostenibile, poi, Eni sta lavorando sulla tecnologia Ecofining, per la produzione del green diesel, anche allo sviluppo di processi per la conversione di gas naturale in metanolo: progetto che sta portando avanti in coppia con Fca. Oltre all'Italia, in occasione dell'appuntamento milanese, Descalzi ha confermato poi l'importanza dell'alleanza con Sonatrach (Algeria) nel Mediterraneo e con Rosneft sul fronte russo: «Stiamo lavorando con loro. Abbiamo fatto un primo pozzo, adesso ce ne saranno altri nella parte Nord. Dovremo valutare le modalità, perché ci sono state altre sanzioni, ma non abbiamo esaurito i nostri rapporti con Rosneft: siamo lì e rimaniamo», ha detto Descalzi.

Oltreconfine, inoltre, Eni è interessata a «partecipare a gare per attività di estrazione di idrocarburi in Iraq, in particolare al sud», ha chiarito l'ad confermando per ora l'impegno in Messico (Area 1) e l'investimento in Saipem.

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