Gli esperti sicuri: "Scudo anti-spread? Puntate sulla casa"

Nonostante la crisi è ancora un bene rifugio. Rendita annua del 2,3% al netto dell’inflazione. L'immobile come mezzo per integrare la pensione. Buoni affari con la nuda proprietà

Gli esperti sicuri: "Scudo anti-spread? Puntate sulla casa"

La dittatura dello spread ha col­pito anche il settore immobiliare. Inutile negarlo. Prima della crisi, il mattone era considerato un bene ri­fugio per eccellenza: oggi lo è un po’ meno. Un rapporto diffuso ieri dalla Banca d’Italia dipinge uno scenario plumbeo, riassunto in estrema sintesi da alcune cifre: le compravendite hanno subìto un ca­lo dell’ 1%tra il primo e il secondo tri­mestre dell’anno; il 70% degli agen­tiimmobiliari, complicel’Imu,pre­vede un calo ulteriore dei prezzi nei prossimi mesi; lo sconto sui prezzi di vendita rispetto alle richieste ini­ziali è salito al 15,4% in maggio dal 14,3% di aprile. Inoltre, dal 2006 le compravendi­te di abitazioni si sono ridotte del 29%.
Ma anche se il futuro è pieno d’incognite,for­se è proprio que­sto
il momento di compiere il grande passo e scommettere ancora sulla ca­sa. Anche per­ché, sottolinea Leo Civelli, am­ministratorede­legato di Reag-Real Estate Advisory Group, in Italia «non si è verifi­cata nessuna bolla dei prez­zi », fenomeno all’origine del disa­stro spagnolo. Certo,l’eccesso di of­ferta si fa sentire, il ceto medio-bas­so fatica ad accedere al mercato, ma «i prezzi e i canoni sono so­stanzialmente stabili e non di­minuiranno in modo significa­ti­vo come qual­cuno teme», spiega Civelli. «Non dimenti­chiamopoi- ag­giunge Alberto M. Lunghini, presidente di Reddy’s Group ed esperto del settore - che i prezzi degli im­mobili non so­no assimilabili alle quotazioni dei titoli aziona­ri, ma vanno va­lutati sul lungo termine». E negli ultimi 50 anni, il mattone ha sempre garantito un buon ritorno, pari al 2,3% annuo al netto dell’inflazione.
L’attuale fase discendente dei prezzi può inoltre essere sfruttata per creare «una buona pensione in­tegrativa­ suggerisce Civelli- a pat­to che si investa in immobili di quali­tà e ben localizzati». Naturalmen­te, è opportuno distinguere tra l’ac­quisto per la prima casa e l’investi­mento immobiliare. Nel primo ca­so,
spiega Lunghini, «si tratta di un investimento difensivo, teso a pro­teggere la famiglia dal rischio di uno sfratto o dallo stress di un traslo­co. Se si riesce a trattare sul prezzo, è difficile fare un cattivo affare. So­prattutto se l’inflazione dovesse sa­lire ».
Il problema del reddito disponi­bile per milioni di italiani sarà l’ele­mento che più influirà nelle scelte futureeanchesulmercatoimmobi­liare. È quindi prevedibile, osserva Civelli, che la scelta ricada su immo­bili di dimensioni ridotte e con co­sti di gestione contenuti ( bassi one­ri condominiali, muniti di riscalda­mento autonomo). Questa potreb­be essere però anche la scelta di chi è già proprietario di una casa, ma vuole mettere i risparmi nel matto­ne. «In questo caso- è il consiglio di Lunghini - bisogna investire sulla nuda proprietà, peraltro non sog­getta all’Imu». Con un’avvertenza: «Sconsiglio-aggiunge l’esperto-di acquistare un appartamento occu­pato da una persona con meno di 70 anni». Quanto alle aste giudizia­rie, sono una buona opportunità a patto di valutare bene a chi affittare l’appartamento e non trascurare obblighi fiscali e spese di manuten­zione.
Ma alla fine, come scegliere? Pri­ma regola: no agli acquisti d’impul­so. Secondo: osservare la vita del quartiere in cui si trova l’immobile in ogni momento della giornata.

Terzo: privilegiare un appartamen­to ben esposto, vicino al luogo di la­voro, ben servito dai mezzi pubbli­ci e provvisto di una buona classe energetica. Suggerimenti ovvi, ma di cui spesso ci si dimentica al mo­mento di staccare l’assegno.

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