Esselunga pensa all'ingresso in Borsa. Lo sbarco dovrebbe avvenire entro il 2020 e, come riporta Il Giorno, sarebbe stato già deciso in un accordo fra gli eredi di Bernardo Caprotti. Secondo le indiscrezioni, Esselunga ha dato incarico alla casa d'affari di Londra, Zaoui&C, per valutare le diverse opzioni per il futuro del gruppo. Tra le possibili operazioni, c'è anche l'Ipo. E sembra che il gigante della Gdo italiana potrebbe essere valutato anche 4,5 miliardi.
La quotazione a Piazza Affari non era nei piani di Caprotti. Erano altri i piani per Esselunga, diventata negli anni un colosso da 7,75 miliardi di ricavi, 23mila dipendenti e circa 160 punti vendita. Nel testamento, il patron aveva indicato il gruppo olandese Ahold come partner per un'eventuale fusione, ma gli eredi hanno preferito la via dell'autonomia.
Come spiega sempre Il Giorno, le prime informazioni dicono che la quotazione "servirebbe a liquidare, a prezzi di mercato, il 30% della holding Supermarkets Italiani in mano a Giuseppe e Violetta, che già oggi non hanno cariche in Esselunga mentre Giuliana Albera e la figlia Marina, che ne possiedono il 70%, sono rispettivamente presidente onorario e vicepresidente (presidente è Vincenzo Mariconda e ad Carlo Salza) in base al riassetto della governance deciso a metà 2017 insieme con il varo di un piano triennale di investimenti per 1,8 miliardi".
In caso non dovesse essere presa la via della borsa, c'è comunque un piano B rappresentato dal possibile ingresso di un investitore istituzionale.
In passato si era parlato anche di un fondo del Qatar: ma la situazione interazionale è mutata e a Doha non sembra essere così facile investire nel mondo. In ogni caso, sembra comunque destinata alla liquidazione nell'arco di tre anni la quota del 30% di Violetta e Giuseppe.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.