L'Agcom va in pressing su Tim e chiede «un riassetto in tempi brevi» per poter sbloccare le tlc, un settore in profondo cambiamento e bisognoso di nuovi investimenti. «L'azione del regolatore è stata fortemente condizionata dall'incertezza relativa alla possibile trasformazione (peraltro ancora in corso) degli assetti strutturali e proprietari dell'operatore dominante», ha detto Giacomo Lasorella, presidente dell'Authority presentando la relazione annuale 2023 al Parlamento, sull'attività svolta nel 2022. Una relazione senza sconti per i big delle tlc che oltre ai ritardi sullo sviluppo della banda ultra larga evidenzia il ridimensionamento delle quote di mercato di Tim (39,9%, -1,3% sul 2021) e di Vodafone e Wind Tre (rispettivamente -0,7% e -0,2%).
Sul fronte finanziario, nel 2022, ha sottolineato Lasorella, le piattaforme maggiori hanno registrato un valore complessivo intorno ai 27 miliardi di euro, evidenziando tuttavia una flessione dei ricavi: per la telefonia mobile del 3,8% e per la fissa dell'1,9%. La riduzione delle risorse disponibili ha avuto effetti negativi anche sull'andamento degli investimenti in termini assoluti: -7,3%, da 7,49 a 6,95 miliardi. Inoltre, i processi di riorganizzazione aziendale hanno prodotto una riduzione degli addetti diretti del settore di mille unità, e oggi il numero complessivo è di 56mila addetti.
L'Agcom lancia l'allarme sul predominio di grandi pochi player che influenza il pluralismo. «I motori di ricerca, i social network e le piattaforme di condivisione di video gestiti dai grandi player globali costituiscono veri e propri gatekeeper di accesso (barriere) all'informazione in rete, anche per gli editori online, che sempre di più dipendono da essi per raggiungere gli utenti».
D'altra parte, ammette Lasorella, i big player globali del web controllano l'accesso all'informazione online, mentre la normativa fatica a seguire il passo dell'evoluzione tecnologica. Lasorella ha delineato un quadro del mercato dei media nel quale si confermano il declino strutturale del comparto editoriale e la tenuta di quello televisivo, insieme alla crescita dei ricavi di quello radiofonico. Il presidente ha poi auspicato di poter chiudere quanto prima l'interlocuzione con il governo affinché l'Autorità sia designata quale coordinatore dei servizi digitali, nell'ambito del Digital Services Act europeo che entrerà in vigore a febbraio del 2024.
L'Authority ha anche reso noto di aver dato l'ok alle Poste per
l'adeguamento delle tariffe all'aumento dell'inflazione: dalla posta, ai pacchi, alle raccomandate, da lunedì 24 luglio, partirà una serie di rincari. Ma i consumatori non ci stanno e il Codacons studia il ricorso al Tar.
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