Fca ha deciso di patteggiare in Usa e si è impegnata a pagare 110 milioni di dollari agli azionisti che hanno accusato il gruppo di fornire informazioni fuorvianti agli investitori sul diesel e sul mercato, in merito alle norme americane. Così si chiude un altro capitolo del "dieselgate".
Nel 2015, un gruppo di investitori aveva fatto causa a Fiat Chrysler, accusandola di aver dichiarato di rispettare le regole di sicurezza americane. In realtà, secondo l'accusa, il gruppo Fca aveva dichiarato il falso e aveva fatto perdere valore alle azioni, quando aveva reso noto la mancata gestione dei richiami in modo adeguato.
Fca ha fatto sapere che il gruppo "continua a negare vigorosamente le accuse di illeciti". Dopo la decisione di Fiat Chrysler, il patteggiamento dovrà essere approvato da un giudice federale, prima di diventare effettivo.
Già nel 2015 Fca aveva patteggiato per 105 milioni di dollari con la National Highway Traffic Safety Administration: anche in questo caso il gruppo era stato accusato di non aver gestito i reclami, ben 23, e aveva reagito accettando di
riacquistare i veicoli. A gennaio, invece, il gruppo guidato da Mike Manley, aveva chiuso la vicenda col dipartimento di Giustizia, sborsando 800 milioni di dollari, dopo le accuse di aver usato software illegali, che falsavano i test sulle emissioni diesel.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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