Federproprietà: ecco cosa ci aspettiamo per la casa dal prossimo governo

Il presidente Bardanzellu: "Serve un progetto organico con regole certe per tutelare la proprietà edilizia unendo efficienza e progettualità". I nodi Superbonus, riforma del catasto e Imu

Federproprietà: ecco cosa ci aspettiamo per la casa dal prossimo governo

Federproprietà, a pochi giorni dalle elezioni, lancia un appello al “governo che verrà” per segnalare le urgenze per mettere in sicurezza – almeno in parte – le aspettative degli italiani su uno dei capisaldi della difesa del reddito e del risparmio: la tutela della casa e della proprietà edilizia, bene rifugio per eccellenza, spesso sotto attacco di parte della politica, per insipienza o cattiva conoscenza della materia, a partire dal Superbonus per le ristrutturazioni.
“Servono chiarezza degli obiettivi e regole certe per questa misura – sottolinea infatti il presidente Giovanni Bardanzellu – nata nell’emergenza pandemica per agevolare proprietari e comparto economico di riferimento con un intervento fiscale intelligente, che si è rivelata in molti casi inutile perché i prezzi dei materiali si sono gonfiati a dismisura, le aziende hanno lucrato sui costi e in altri addirittura palesemente illegittima, arrivando alle frodi scoperte dalla magistratura”.

Federproprietà ritiene che il provvedimento debba essere mantenuto a patto che il prossimo Governo sappia fare tesoro degli errori commessi negli ultimi due anni e restituisca credibilità e agibilità ad uno strumento prezioso per famiglie e imprese. In questi giorni è stato approvato anche in Senato il decreto Aiuti bis che prevede lo snellimento e l’agevolazione delle cessioni dei crediti alle banche per le pratiche edilizie, con l’abolizione della responsabilità solidale per qualsiasi cessionario del bonus. “Questa misura – prosegue Bardanzellu – varata con il solito compromesso politico non è certo sufficiente a risolvere anche altri problemi che sono quelli, ad esempio, di garantire al committente, di solito i condominii, la solvibilità dell’impresa appaltatrice; di inquadrare correttamente la figura del general contractor; di stabilire una volta per tutte se il compenso di costui e quello dei vari tecnici asseveratori siano o meno ricompresi nella cessione”.

Anche sulla riforma del catasto servono certezze perché l’allarme resta anche se il governo Draghi ha assicurato che l’intento non sarebbe quello di mettere le mani nel portafoglio dei proprietari di case. “Qualche modifica al testo originario della legge è stata apportata anche grazie alle nostre prese di posizione in merito – precisa Bardanzellu - come, ad esempio, l’esclusione della valenza patrimoniale della eventuale rivalutazione degli estimi e l’irrilevanza della rendita catastale rivalutata nel calcolo dell’imposta dovuta per quelle transazioni nelle quali essa si determina appunto attraverso la rendita catastale. La perdita di reddito di famiglie e imprese in questi ultimi mesi è stata drammatica, pensiamo che questo progetto può benissimo essere rimandato a data da destinarsi, ovvero al momento in cui la crisi sarà passata”.

Temi da affrontare sono anche allentamento della “morsa fiscale che grava sul comparto immobiliare con una riduzione dell’Imu sulle abitazioni non principali; gradualmente oppure attraverso una moratoria di due o tre anni, che consentirebbe maggior respiro per le famiglie, già gravate oggi dal fortissimo rincaro delle bollette dei consumi energetici; l’introduzione della cedolare secca anche per gli immobili non abitativi; risolvere una volta per tutte lo scandalo della tassazione sui canoni di locazione non percepiti per gli immobili non abitativi; inesigibilità dell’Imu anche per gli immobili inagibili e per quelli occupati

abusivamente.
“Ci aspettiamo dal nuovo governo – conclude Giovanni Bardanzellu - un’attenzione alla proprietà edilizia a tutto tondo, un progetto organico moderno e sostenibile che unisca efficienza e progettualità”.

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