Il governo deve bloccare l'accordo tra Unione europea e Mercosur perché potrebbe avere ricadute negative sul settore agroalimentare. È quanto hanno scritto Coldiretti, Filiera Italia, Legacoop Agroalimentare, UnaItalia, Fai Cisl, Uila, Flai Cgil in una lettera inviata al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Secondo alcune stime, riporta la missiva, l'entrata in vigore dell'accordo potrebbe contribuire alla deforestazione di 1,35 milioni di ettari di foreste, mettendo a rischio uno degli ecosistemi più preziosi del pianeta. Le associazioni, inoltre, ribadiscono che, pur essendo favorevoli agli accordi di libero scambio basati su regole condivise, come l'accordo bilaterale Ue-Giappone, «queste condizioni sono del tutto assenti nell'accordo Ue-Mercosur».Occorre, inoltre, introdurre principi di reciprocità e regole condivise per la filiera agroalimentare, «necessari non solo per proteggere le imprese italiane, ma anche per tutelare i lavoratori e garantire un lavoro etico».
«Assolutamente incomprensibile - ha dichiarato Luigi Scordamaglia ad di Filiera Italia - che da un lato l'Unione Europea chieda, anche attraverso un green deal ideologico, sacrifici sempre più importanti alla filiera agroalimentare europea con standard ambientali che fanno esplodere i nostri costi di produzione e dall'altro tolleri che il presidente del Brasile rifiuti di fatto di accettare standard ambientali anche solo simili ai nostri». Non può essere accettabile, ha proseguito, un accordo che finirebbe con il danneggiare non solo i produttori ma anche i cittadini/consumatori europei attraverso «l'invasione del mercato europeo di prodotti agricoli a basso prezzo e con garanzie qualitative ed ambientali assolutamente inferiori ai nostri». Servono garanzie su ciò che verrà introdotto dall'America Latina, ha specificato Scordamaglia, sottolineando che «si importa solo ciò che è in grado di offrire le stesse garanzie di sicurezza di qualità e di impatto ambientale dei nostri prodotti». È particolarmente importante, ha aggiunto, che questo no all'accordo Mercosur sia stato condiviso da tutti i sindacati italiani del nostro settore che considerano «inaccettabile una concorrenza basata su regole che non garantiscono nei Paesi di origine standard di lavoro etico paragonabili ai nostri: nessun beneficio commerciale potrà mai giustificare un abbassamento dell'asticella del lavoro etico per i quali ci siamo da sempre battuti».
Ecco perché i firmatari della lettera si aspettano che l'Italia dica no all'accordo «fino a quando non siano introdotti nello stesso quegli elementi di equità che oggi mancano; basta far pagare alla filiera agroalimentare ed ai milioni di agricoltori europei il conto a vantaggio di altri settori come l'automotive campioni di delocalizzazione». L'accordo, infatti, rischia di generare squilibri drammatici per la filiera produttiva europea, a causa delle evidenti asimmetrie negli standard produttivi. In particolare, si legge nel testo «nell'area Mercosur, vigono regole molto meno stringenti rispetto a quelle europee sull'uso di pesticidi e tecniche di produzione». Il solo Brasile, si rimarca, negli ultimi venti anni ha quadruplicato l'uso di pesticidi.
«Non è solo la quantità ad allarmare le associazioni, ma anche i principi attivi impiegati, molti dei quali sono vietati nell'Unione Europea, ma consentiti in questi Paesi. Un'ulteriore criticità riguarda gli allevamenti, dove si fa uso di antibiotici come promotori della crescita, una pratica proibita in Europa dal 2006», conclude la lettera delle associazioni.
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