Il tocco di Chiara Ferragni vale oro, 135 milioni circa almeno per Tod's. È bastato l'annuncio dell'ingresso dell'influencer nel cda del calzaturificio di Sant'Elpidio a Mare per mettere le ali al titolo che ha chiuso la seduta in Borsa in rialzo del 14% a 32,74 euro.
Per Diego Della Valle (a cui fa capo il 70,4% del capitale e l'81,1% dei diritti di voto) si tratta di un affare. Il patron di Tod's, infatti, secondo i dati pubblicati in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione di fine aprile e in cui dovrebbe entrare la novella Re Mida, si è assicurato la presenza nel board di una delle più note influencer nella moda per un compenso di 36mila euro lordi all'anno (oltre 350 euro di gettone di presenza), poco più della metà di quanto si stima guadagni Chiara Ferragni con un solo post (il portale Hopper Hq stima 59.700 dollari per post).
Formalmente, secondo quanto si legge nella nota di Tod's, l'ingresso di Chiara Ferragni nel board avviene per «costruire progetti solidali e di sostegno per chi ha più bisogno, sensibilizzando e coinvolgendo sempre di più le nuove generazioni in operazioni di questo tipo». Ma Piazza Affari più che sull'evocazione di queste tematiche, si è focalizzata sulla «conoscenza di Chiara del mondo dei giovani» che lo stesso Della Valle definisce come «preziosa». E sul futuro. La vera sfida per Tod's, infatti, è quella di rimanere un brand attraente per la Generazione Z. Una generazione che usa una lingua diversa dalle precedenti, persino rispetto a quella parlata dai fratelli maggiori, i Millennial. E che l'imprenditrice ha dimostrato di saper ben intercettare tra progetti fashion sviluppati dalle sue tre società (Tbs Crew, Sisterhood e Serendipity che gestisce il brand), la spinta su tematiche di inclusività sociale e iniziative solidaristiche.
Già nel 2017 Chiara Ferragni aveva lavorato con Tod's per una mini-collezione (#chiaralovestods) dedicata all'estate in cui aveva reinterpretato due dei blockbuster del gruppo. Ma la capsule collection dai toni del rosa cipria non era bastata, da sola, a risollevare i conti. Tod's, infatti, è passata dai 963 milioni di vendite del 2017 con utile netto di 71 milioni e una posizione finanziaria positiva per 9,3 milioni, ai 940 milioni di ricavi del 2018 con un utile di 47,1 milioni, fino a chiudere il 2020 con 637 milioni di fatturato (-30% sul 2019), un rosso di 73 milioni (46 milioni di profitti un anno prima) e un debito di 124,9 milioni (escludendo i 396,4 milioni delle passività per i contratti di affitto dei negozi).
Ecco, quindi, che quattro anni dopo, per la Ferragni si è spalancata la porta (e chissà se anche altre opportunità) dei vertici di Tod's. Quanto all'influencer, forte di 10 milioni di follower in più rispetto al 2017 (oggi sono stimati a 23 milioni), l'ingresso nel board di Tod's rappresenta l'accesso a una élite ristretta in vista del preannunciato sbarco in Borsa del suo impero. Della Valle ha spesso investito in marchi altrui (Marcolin ad esempio), oltre a vantare una rete di rapporti istituzionali e imprenditoriali di alta gamma come dimostra la composizione del suo cda e la presenza nel capitale del gruppo di Bernard Arnault (a capo di Lvmh e numero uno del lusso mondiale) con il 3,2 per cento.
Contatti utili per chi si propone, come dichiarato qualche mese fa dalla stessa Ferragni in una intervista al Corriere, vuole creare un marchio di lifestyle che «possa essere quotata in Borsa o confluire in un grande gruppo del lusso».
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