Fisco, accordo sul "tax ruling"

Accordo politico Ue sulla trasparenza e lo scambio automatico di informazioni dei tax ruling, gli accordi fiscali anticipati siglati fra alcuni Stati membri e centinaia di imprese multinazionali

Fisco, accordo sul "tax ruling"

Accordo politico Ue sulla trasparenza e lo scambio automatico di informazioni dei tax ruling, gli accordi fiscali anticipati siglati fra alcuni Stati membri e centinaia di imprese multinazionali. I 28 ministri delle Finanze dell’Unione Europea hanno
raggiunto un’intesa nel corso della riunione dell’Ecofin a Lussemburgo. "Abbiamo dato un segnale forte", ha commentato Pierre Gramegna, ministro delle Finanze del Lussemburgo e presidente di turno del Consiglio Ecofin. La direttiva proposta imporrebbe agli Stati membri di scambiarsi automaticamente informazioni sui tax ruling transfrontalieri e sugli accordi anticipati. La Commissione potrebbe poi sviluppare una directory centrale, accessibile a tutti gli Stati membri, per memorizzare le informazioni scambiate.

In base all’accordo, gli Stati membri dovranno scambiarsi automaticamente informazioni sugli accordi fiscali che stringono con le aziende, e sulle condizioni che devono rispettare per il trasferimento di beni e servizi all’interno di uno stesso gruppo. Questo
per evitare che una società eluda il fisco attraverso il trasferimento di profitti da una filiale all’altra in diversi Stati. Gli Stati che ricevono le informazioni potranno chiedere anche approfondimenti. La Commissione creerà una ’directory’ centrale dove le informazioni scambiate vengono conservate, accessibile a tutti gli Stati. Grazie alle nuove regole che entreranno in vigore il primo gennaio 2017, quando uno Stato stringerà un tax ruling con un’azienda, gli altri Stati interessati potranno monitorare la
situazione e il possibile impatto sul loro fisco.

Le norme sono retroattive di cinque anni, quindi gli Stati dovranno scambiarsi informazioni sulle pratiche strette o rinnovate negli ultimi cinque anni. Gli Stati potranno esentare dallo scambio le pmi con un fatturato annuale sotto i 40 milioni di euro, ma non se esse si occupano di attività di investimento o finanziarie.

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