Fonsai vuole altri 32 milioni dalla famiglia Ligresti

I soci Fonsai, sotto la guida della Unipol di Carlo Cimbri, pretendono altri 32 milioni di danni dalla famiglia Ligresti e dai suoi ex amministratatori, a partire dal vecchio capo azienda Fausto Marchionni e da Antonio Talarico. L'ulteriorte azione di responsabilità, approvata ieri dall'assemblea con un plebiscito (solo uno il voto contrario), fa lievitare a quota 280 milioni l'«ammanco» imputabile alla vecchia gestione del gruppo assicurativo che da Premafin si dirama fino a Milano Assicurazioni per le sole operazioni con le parti correlate. Senza quindi calcolare l'esito delle indagini in corso da parte della Procura di Torino con l'accusa di falso in bilancio che hanno già portato a provvedimenti di custodia cautelare per Salvatore Ligresti e i suoi figli (Jonella, Giulia e Paolo), e quelle del Tribunale di Milano che lavora sull'ipotesi di bancarotta, aggiotaggio e ostacolo alla Vigilanza. Tanto che Fonsai potrebbe costituirsi parte civile.
Nello specifico i soci hanno ieri impugnato i danni provocati da alcune operazioni cosiddette «minori» seguite dalla gestione Ligresti, che non erano rientrate nel novero di quanto già dipanato dal commissario ad acta Matteo Caratazzolo per un controvalore di 245 milioni, di cui 130 milioni riferibili a Fonsai e 115 per Milano. Questa volta il dito è puntato infatti sul cantiere fiorentino dell'area Castello (27 milioni), sul Golf Hotel di Madonna di Campiglio (4 milioni) e sui contratti per le borse Gilli di Giulia Ligresti. La stessa decisione è stata presa da Milano Assicurazioni e i destinatari dell'azione di responsabilità ricalcano in molti casi i 17 oggetto del lavoro di Caratozzolo.
Fonsai (+0,97% a 1,56 euro in Borsa), ha ricordato Cimbri, ha anche chiesto «il sequestro preventivo dei beni di Salvatore, Jonella e Giulia Ligresti, oltre che di Marchionni e di Talarico»: il tribunale di Milano si pronuncerà martedì 6 agosto. La mossa è finalizzata a congelare il patrimonio dei soggetti ritenuti i «maggiori responsabili» delle operazioni finite nel mirino delle autorità.
Ricevuto l'ultimo ok dell'Ivass alla fusione, il capo azienda di Unipol-Fonsai ha quindi dettato la tempistica che formalizzerà la nascita del nuovo maxi-polo delle polizze alle spalle delle Generali: le assemblee per la fusione a quattro Unipol-Fonsai-Milano-Premafin sono attese tra «fine settembre e inizio ottobre». Subito dopo l'estate ci tireranno le somme anche del processo di dismissioni che per ordine dell'Antitrust poterà fuori dal gruppo 1,7 miliardi di premi: Buffet avrebbe messo gli occhi sugli asset della Milano.
L'assise Fonsai ha infine confermato l'approccio con cui Cimbri ha seguito lo scontro in corso tra Diego Della Valle e John Elkann per il controllo del Corriere della Sera: Bologna, che ha ereditato il 5,6% di Rcs dall'era Ligresti, uscirà «dal patto di sindacato» attuale.

«Per noi uno dei punti chiave è entrare nella piena disponibilità della partecipazione ed essere liberi di gestirla», ha detto il top manager augurandosi che sia offerta a tutti la possibilità di aderire a eventuali accordi light. «L'interesse ad un assetto stabile è comune a tutti gli azionisti, non ci possiamo prestare a cordate e scontri».

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